ANNO 14 n° 110
Dalla Tuscia al cuore del terremoto
Marco Volpi, consigliere Pd e membro della Misericordia di Grotte Santo Stefano: ''Sempre a lavoro per soccorrere le persone che per il sisma hanno perso tutto''
02/11/2016 - 06:52

di Irene Minella

VITERBO – Dalla Tuscia dritti al cuore delle zone distrutte dal terremoto. Una macchina di solidarietà che dal 24 agosto, notte di piena estate ormai legata ai tragici eventi sismici, non si ferma più. Dopo gli aiuti ad Amatrice, in cui tuttora è funzionante una sua postazione fissa di assistenza socio sanitaria, la confraternita della Misericordia di Grotte Santo Stefano porta il suo sostegno e soccorso anche a Ussita.

''Dopo le forti scosse susseguitesi giovedì 26 ottobre, di magnitudo 5.4 e 5.9, un nostro gruppo è subito partito quella stessa notte alla volta di Ussita – spiega Marco Volpi, consigliere di maggioranza Pd e membro della Misericordia -. Io sono giunto sul posto il venerdì successivo per dare il cambio ai miei colleghi e fortunatamente, a differenza degli aiuti urgenti che servivano ad Amatrice, la protezione civile ci ha detto che potevamo rientrare alla base. Ma dopo la fortissima scossa di domenica scorsa ci siamo subito riattivati: abbiamo infatti in programma una serie di attività diffuse sul territorio marchigiano''.

Il gruppo della Misericordia di Grotte Santo Stefano cerca di essere sempre in prima linea per portare soccorso e aiuto a chi più ne ha bisogno e lo fa soprattutto durante i momenti di straordinaria e grave emergenza come questi. Perciò non solo da agosto tiene ad Amatrice una postazione fissa di assistenza socio sanitaria, ma ha anche istallato un tendone-cucina tra Cascia e Norcia per fornire pasti caldi alle migliaia di sfollati per le ultime forti scosse che hanno colpito il centro Italia.

''Abbiamo visto interi paesi distrutti, come Ussita, per non parlare di tutte le piccole frazioni lì intorno – sottolinea Marco Volpi -. Comuni che già presentavano un situazione molto critica dopo la scossa di Amatrice, ora hanno ricevuto il colpo di grazia. La più grande fortuna è che non ci siano stati morti. Infatti la prima scossa del 26 ottobre, quella più leggera di magnitudo 5.4, ha costretto le persone ad abbandonare in fretta le proprie case ed è per questo motivo che nessuno è caduto vittima dei crolli avvenuti con le forti scosse successive''.

''La paura tra la gente è tanta, grande così come l’attaccamento alle proprie case e la convinzione di non voler abbandonare i paesi di nascita – aggiunge Volpi -. Ci sono infatti agricoltori e allevatori che, oltre alla casa, perderebbero anche l’ultima occasione che gli rimane per andare avanti, ovvero il proprio lavoro''.

''Non dimenticherò mai una coppia di anziani – conclude il consigliere – che pur di non lasciare la propria casa rifiutavano di rendersi conto del rischio che stavano correndo. I vigili del fuoco, dopo un sopralluogo nella loro abitazione di Capriglia, avevano infatti detto alla coppia che la loro casa era sicura, ma che comunque avrebbero dovuto lasciarla perché il palazzo vicino, gravemente lesionato, minacciava di cadere proprio sulle loro teste. Nonostante ciò i due avevano riferito ai figli che non correvano alcun pericolo. Ci è voluto un po’, ma alla fine siamo riusciti a dissuaderli''.





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