ANNO 14 n° 88
Da Viterbo una speranza nella lotta contro il morbo di Parkinson
È la cura di Antonio Costantini
03/10/2016 - 02:00

VITERBO - (a.v.)  Una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione progressiva, che porta alla degenerazione delle cellule che rilasciano la dopamina e lentamente, e inesorabilmente, porta a tremori, rigidità, lentezza nei movimenti e difficoltà nel camminare. Parliamo del morbo di Parkinson, una patologia che colpisce soprattutto gli anziani e che in Italia ha cambiato la vita, per sempre, di 250mila persone. E le stime parlano della cifra monstre di 600mila malati, quasi quanto gli abitanti di Genova o di Palermo, nell’arco di soli 15 anni.

Da Viterbo però, è in arrivo una nuova speranza della scienza per sconfiggere definitivamente questa malattia e per restituire la dignità perduta alla persone che ne sono affette.

È la cura del dottor Antonio Costantini, neurologo della casa di cura Villa Immacolata di San Martino che dal 2010 cura i suoi pazienti somministrando dosi di vitamina B1, conosciuta anche come tiamina, e il tempo e i risultati gli stanno dando ragione.

Duecentocinquanta i malati che si sono rivolti alle sue cure, molte volte dopo aver ricevuto porte in faccia da altri professionisti, e il medico viterbese, visti i promettenti risultati, non ha voluto brevettare la sua scoperta per lasciare campo libero alla ricerca. L’ultimo tra questi pazienti viene dal meridione, da Potenza per la precisione. È la storia – come racconta Ultimaedizione.eu - di Mario Ciano, 57 anni, camionista di professione, sposato con due figli, che lotta contro questo male da dieci anni.

''I primi sintomi – racconta - li ho avuti a 48 anni. È cominciato tutto con il tremolio della mano destra che è durato qualche secondo. Nello stesso anno mi hanno diagnosticato il morbo di Parkinson''.

''Per libera scelta – prosegue - per 8 anni non sono andato più da nessun neurologo e non ho fatto nessuna cura. Poi, dopo 8 anni, i sintomi erano tali che non riuscivo più a gestirmi: avevo difficoltà a guidare e a farmi la barba. Tutti sintomi che non mi consentivano di fare una vita normale. Dopo che la dipendenza dalla malattia era diventata problematica, mi sono rivolto a un neurologo della mia provincia di Potenza. Il neurologo, dopo un’attenta visita, ha confermato la malattia e mi ha cominciato a seguire con una cura tradizionale a base di levodopa e altri prodotti farmaceutici''.

Una cura durata sei mesi ma che non ha dato i risultati sperati. ''Andavo sempre peggiorando – continua -  e oltretutto la mia condizione gravava sempre di più su chi mi stava vicino. Un mio amico medico, poi, mi consigliò di farmi visitare da un neurologo di Viterbo, il dottor Antonio Costantini che da alcuni anni curava le malattie neurodegenerative, tra cui il morbo di Parkinson, con la somministrazione massiccia della vitamina B1. Nel 2014 ho deciso di andare a farmi visitare da lui''.

Un incontro che è stata la svolta per ritornare a vivere. ''Mi ha prescritto a terapia attraverso la somministrazione della vitamina B1: una fiala un giorno sì, e un giorno no. Già dopo 15 giorni già avvertivo un miglioramento. Prima era arrivato a un punto che non riuscivo a guidare, non riuscivo a farmi la barba, non riuscivo quasi a vestirmi. Adesso ho ripreso a fare tutte queste cose tranquillamente''.

Sempre sulle pagine di Ultimaedizione.eu, il dottor Costantini ha parlato della sua scoperta: ''I costi della malattia, lasciata alla sua evoluzione con le terapie attuali, sono altissimi. Mentre la nostra terapia comporta dei costi di assistenza molti bassi e con grandi risultati per la salute dei pazienti. Con la somministrazione della vitamina B1 la malattia non ha più un andamento progressivo, per cui molti pazienti staranno in buona salute e non usufruiranno più di pensioni o di sussidi. Se consideriamo milioni di persone malate di Parkinson questo diventa un risparmio altissimo. Inoltre, consente al paziente, date le buone condizioni cliniche, di essere nuovamente cittadini attivi e produttivi''.

''Riteniamo - prosegue il luminare viterbese - che in futuro, affrontando la malattia di Parkinson subito all’inizio utilizzando la vitamina B1, i costi saranno di 2-300 euro all’anno. Mentre, adesso, in Europa e in America vengono calcolati mediamente costi che arrivano a circa 11-15 mila euro l’anno''.

Una cura che è compatibile con le cure offerte dal Servizio sanitario italiano. ''È compatibile – ha continuato il medico - con tutte le terapie. Non solo nella malattia di Parkinson, ma con tutte le medicine presenti nel prontuario farmaceutico. C’è da aggiungere che le vecchie terapie comportano un certo grado di miglioramento. Una certa dose fissa di vitamina B1 aggiunta alle vecchie terapie da un ulteriore miglioramento importante i pazienti. Se noi riteniamo che quel miglioramento non è ancora soddisfacente, possiamo aggiustare il vecchio trattamento, sia il dosaggio della vitamina B1 in modo da portare alcuni pazienti alla completa assenza di sintomi, o a un ulteriore miglioramento rispetto al precedente trattamento''.

E i risultati sembrano arrivare: ''Sì, sono consolidati - conclude Costantini - Addirittura, noi invitiamo molti pazienti a darci notizie telefoniche annualmente perché non hanno più bisogno di uno stretto controllo neurologico''.






Facebook Twitter Rss