ANNO 14 n° 116
Da Vienna per la prima vacanza col bebč
Cecilia Maria Frassine, la giovane mamma scomparsa col figlio di 4 mesi
durante un soggiorno in campeggio a Montefiascone. Ricerche inutili per ora
22/05/2016 - 02:01

di Andrea Arena

MONTEFIASCONE – La gente del lago chiama questo vento ''vattutella’’. Una tramontanella leggera, ma inesorabile. Soffia pure oggi, qui, ma magari la scorsa notte, quando Cecilia Maria Frassine è sparita col suo figlioletto di quattro mesi s’era placata, per poi riprendere con lo spuntar del sole.

La cercano dappertutto, questa ragazza austriaca di 22 anni, biondina, faccia carina, giovane mamma scesa da Vienna a Montefiascone per la prima vacanza insieme a sua madre, e al piccoletto nato questo inverno. Alloggiano al campeggio sul lungolago, che in questo periodo accoglie per la maggior parte stranieri: svizzeri, tedeschi, olandesi, e naturalmente austriaci. Molti di loro sono qui, all’ora di pranzo, a prendere il debole sole di maggio sul pratino davanti all’acqua, che è abbastanza riparato dal vento. Altri fanno passeggiate, altri ancora vanno in bici, altri si limitano a bere un bicchiere di vino bianco con lo sguardo all'isola Martana. La vattutella spazza via le nuvole: oggi si vede anche l'Amiata, laggiù, e Radicofani.

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Tutti sfilano accanto al quartier generale delle ricerche, sistemato in un giardinetto. Centro mobile dei vigili del fuoco, tendone, auto e furgoni anche della protezione civile, dei carabinieri, dell’Asvom di Montefiascone, gommone e sommozzatori, unità cinofile, forestale e guardie ecozoofile a cavallo. Già, perché i due si cercano per acqua e per terra, nessuna ipotesi viene esclusa, anche quelle più terribili. Il lago è mosso, e dunque le acque limacciose: si vede poco o niente, qualche vecchio pescatore suggerisce di andare a cercare anche nelle attavelle, le reti stagionali messe vicino riva per catturare anguille e lattarini. A volte, trappole anche per i corpi umani.

Intanto, volontari della protezione civile, dell’Asvom, i vigili del fuoco del Tas, l’unità cinofila, scandagliano le campagne. C. amava fare lunghe passeggiate in direzione di Marta: si setacciano i campi e i boschi con l’aiuto delle mountain bike, unici mezzi per percorrere gli sterrati sotto Le Mosse. Qualcuno trova delle scarpe, ma non è detto che siano quelle della ragazza austriaca. Il fatto che il cellulare abbia continuato a squillare dalla scorsa notte (la denuncia di scomparsa è dell’1.30) è una speranza, per la madre e nonna, una bella signora, ancora giovane, che fa avanti e indietro con il campo base accompagnata dal suo cagnolino. Altri giurano di aver trovato un pannolino, sempre verso Marta, e che Cecilia sarebbe stata vista cambiare il pupo insieme ad un uomo.

Arriva anche il sindaco falisco Luciano Cimarello: la campagna elettorale può aspettare, quando due ospiti stranieri nel suo territorio comunale sono in difficoltà.

Al bar del campeggio le conoscevano appena. Forse era il primo anno che venivano, non ospiti abitudinari come ce ne sono nei camping intorno al lago, dove famiglie del nord Europa villeggiano da anni, da generazioni. (I primi, dice la leggenda, scoprirono questo angolo di Tuscia nel 1943, quando tra Bolsena e Orvieto era di stanza una divisione di SS, di ripiego e pronta a puntare su Roma dopo l’8 settembre).

Più su, verso Marta, i ragazzi chiacchierano e fumano sui muretti, ignari di tutto quello che succede a monte, i pescatori gettano le lenze controvento.

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