ANNO 14 n° 89
Crisi Gialloblu, Camilli: ''Salvo io la Viterbese''
''Ma il sindaco risolva subito
la questione del campo sportivo”
23/06/2013 - 03:17

VITERBESE - “Alla Viterbese ci penso io”, dice Piero Camilli. E solo chi non lo conosce può pensare che stia recitando il ruolo dello spaccone. No, Camilli non è Paul Newman, per fortuna dei tifosi gialloblu. Ma l’unico che, semplicemente, sta salvando il calcio nel capoluogo della Tuscia. Sì, perché mentre la vecchia Viterbese è sul viale del tramonto, inseguita da vicino dai debiti, l’imprenditore di Grotte di Castro è pronto a sbarcare in città con la sua Castrense. Che si chiamerà, almeno all’inizio, Castrense Alto Lazio per poi diventare via via Viterbese Alto Lazio e, non appena i tempi tecnici lo consentiranno, semplicemente Viterbese.

Il Comandante è intenzionato a chiudere il prima possibile, perché lo esige il regolamento della Figc (il Comitato regionale deve sapere dove giocherà la Castrense l’anno prossimo) e magari anche per tranquillizzare i tifosi, che in questi ultimi tempi hanno sofferto come pochi. E poco importa se qualcuno (leggi: i vecchi dirigenti) sta tentando di rallentare l’avanzata dello stesso Camilli, un po’ come quegli eserciti in ritirata che fanno saltare ponti e strade per creare problemi al nemico vincitore. “Il campo sportivo? Il sindaco tiri fuori le palle e risolva la questione del campo sportivo”, sintetizza il Comandante con il suo consueto piglio.

Ma è solo questione di tempo, e il calcio viterbese avrà un volto nuovo, pulito, serio, con programmi ambiziosi ma tutt’altro che campati in aria. Il ritorno tra i professionisti, innanzitutto, magari fino alla serie B, che con la riforma dei campionati sarà più vicina, visto che la Lega Pro tra un anno sarà composta da un solo torneo a 60 squadre (tre gironi) e non più da due campionati distinti. E la realizzazione di un centro sportivo, una casa globale dello sport cittadino che potrebbe ospitare anche il basket e che comunque sarebbe un bene prezioso, destinato a durare nel tempo e ad assicurare la crescita dei giovani.

Quali condizioni ha posto Camilli? Naturalmente che ci sia una netta discontinuità col passato. Via tutti quei dirigenti che hanno massacrato il calcio gialloblu negli ultimi anni. Coloro che non hanno pagato tanti mesi di stipendi, costringendo i giocatori e lo staff a sopravvivere (sì, sopravvivere) solo grazie al buon cuore e alle collette dei tifosi. Camilli metterà persone di sua fiducia nei ruoli chiave e chiuderà così questa squallida parentesi. Anche dal punto di vista tecnico le cose sono facili da sistemare: la Castrense ha già un organico competitivo per l’Eccellenza, con giocatori come Daniele Federici (ex Inter, Grosseto e Frosinone), gli attaccanti Gallaccio e Ginaluca Toscano, vari giovani in età di lega. Mister Solimina, poi, è una garanzia a questi livelli. E chissà che non arrivi qualche rinforzo per lo sbarco a Viterbo. Crescere per gradi, ricostruendo e consolidando il rapporto con la piazza, è il modo migliore per acquisire credibilità. Perché certe imprese nascono solo dal basso, lavorando sodo.






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