ANNO 14 n° 110
Cresce il numero
di imprese nella Tuscia
Nel terzo trimestre il saldo tra aziende cessate e avviate č +0,27%
07/11/2014 - 02:00

VITERBO – Imprese, si intravede uno spiraglio di luce dopo sei anni di baratro. Nel Lazio è infatti positivo il saldo tra aziende chiuse e avviate e si registra il ''tasso di natalità'' migliore d’Italia. Secondo uno studio condotto da Movimprese, la banca dati di Unioncamere, nella Tuscia, nel terzo trimestre del 2014 il saldo tra aziende nate e cessate è pari a 100, ovvero un più 0,27%. Ma dalle altre province, esclusa Rieti dove il saldo è pari a 8, dunque si è registrato un solo 0.5%, arrivano notizie ancora più confortanti. A guidare la classifica c’è ovviamente la Capitale, con un più 0,61%, seguono Frosinone con 168 (più 0,36%) e Latina con 174 (più 27%).

La buona notizia è che torna a crescere il numero delle imprese nel Lazio, soprattutto quello delle aziende commerciali, di turismo e di servizi, che costituiscono ben l’80% della base produttiva della regione e sono state colpite con particolare durezza dalla crisi. ''Un dato che induce per la prima volta dopo sei anni all’ottimismo – commenta Rosario Cerra, presidente di Confcommercio Lazio, su Repubblica. Vuol dire che dal punto di vista strutturale siamo dinamici e forti. Il futuro però dipende dalle risorse per rilanciare il mercato interno. È questo il vero nodo per ripartire. Le speranze ci sono: se il governo taglia l’Irap, libera risorse per investire di più''.

Nel Lazio le imprese sono cresciute più che in tutte le altre regioni d’Italia, e Roma è la seconda città dopo Isernia, che però ha valori evidentemente molto minori, con il miglior saldo nazionale. Il dato arriva da Movimprese, la banca dati di Unioncamere: nel terzo trimestre 2014 le imprese nate nel Lazio sono state 8.780, quelle cessate 5.450. Il saldo è di 3.330, lo 0,53% del totale iniziale. Seguono Campania (0,37%), Trentino (+0,36%) e Lombardia (0,34%).

Nella capitale il saldo tra imprese nate e cessate è di 2.880 (+0.61%), seguono Frosinone con 168 (+0.36%), Latina con 174 (+0.30%), Viterbo con 100 (+0.27%) e Rieti con 8 (+0.05%). ''Il boom di Roma – continua Cerra – è dovuto a tre fattori: riconversione di chi perde il lavoro, dinamismo dei giovani, imprenditori immigrati''. In Italia le imprese sono sei milioni e il centro Italia incide per oltre il 20% grazie al Lazio, che di imprese registrate ne ha 627.195. ''Se ci togliessero l’Irap il risparmio a livello nazionale per la media delle imprese - conclude Cerra - sarebbe di 800 euro l’anno, non poco per aziende che nel Lazio in media hanno 2, 3 dipendenti''.






Facebook Twitter Rss