ANNO 14 n° 111
Crac Perfidia: archiviazione per i due viterbesi
L’opposizione di Chicco Moltoni non serve, il pm: “Strumentale la sua querela”
14/06/2018 - 07:10

VITERBO - Crac Perfidia, arriva l’archiviazione. Secondo il giudice per le indagini preliminari Francesco Rigato, l’imprenditore viterbese non ebbe alcun ruolo nel fallimento della società Piano Alto s.r.l., e con essa, della discoteca sulla Cassia Sud, molto conosciuta nella movida viterbese.

Nessun ruolo attivo e soprattutto nessuna responsabilità per quella bancarotta fraudolenta per cui oggi, l’ex amministratore unico della società, in carica tra il gennaio e il maggio del 2012, Chicco Moltoni è da solo a processo.

Da sempre dichiaratosi innocente, Moltoni nell’agosto del 2012, sporse una denuncia contro il suo ex socio per aver “con condotte scellerate e lesive portato al fallimento la società”. Come la chiusura improvvisa della fornitura idrica al locale nel pieno della sua attività nel mese di aprile, o accordi sconvenienti stipulati con la concorrenza. Infine la “svendita” delle proprie quote al legale di fiducia.

Una denuncia presentata il 3 agosto del 2012, in cui si contestava a Sacconi l’appropriazione indebita di parte del capitale sociale che avrebbe poi portato al crac della Piano Alto.

Ma oggi, a distanza di sei anni da quella querela, cadono tutte le accuse: per lui arriva l’archiviazione nonostante l’opposizione di Moltoni.

“Dato l’elevato tasso di conflittualità delle parti, appare chiaro come la querela sporta da Moltoni abbia una natura strumentale - si legge nelle motivazioni del gip - e soprattutto, alla luce delle indagini svolte, non è emerso in che modo il distacco della fornitura idrica sia stato operato su disposizione del viterbese imputato”.

Troppo conflitto di interesse tra le parti per leggere come credibile la denuncia di Moltoni, dunque l’archiviazione.






Facebook Twitter Rss