ANNO 14 n° 116
''Così Viterbo può guardare al futuro''
Il direttore artistico di Quartieri dell'Arte Cervo illustra l'evento di domani
28/08/2015 - 02:01

VITERBO – Un evento per riflettere su Viterbo, senza un punto di vista dominante. Perché attraverso la riflessione su una città si coltiva l’essere cittadini. Quartieri dell’Arte 2015 parte da Corpus 1462. Appuntamento per domani, dalle 16 fino a tarda notte.

Performance, apertura di spazi chiusi da decenni come l’ex cinema Corso, istallazioni artistiche e interventi di grandi artisti come lo scenografo premio Oscar Gianni Quaranta. Una struttura narrativa polivocale, un palcoscenico che si snoda per oltre mille metri per le vie della città. Tutto è consultabile suo sito www.quartieridellarte.it, dove è consultabile anche una mappa interattiva, ma sabato stesso i visitatori avranno a disposizione delle mappe, distribuite in diversi punti della città, per orientarsi e godere al meglio l’iniziativa. Siamo andati a parlarne con il direttore artistico Gian Maria Cervo.

 

Come nasce l’idea di Corpus 1462?

''Dall’idea di rievocare quel grandioso evento, voluto da papa Pio II, di cui i viterbesi hanno perso la memoria. Una grande cerimonia che portò i cronisti dell’epoca a definire l’attuale capoluogo della Tuscia come ''la dimora degli dei'' e che dice molto della complessità di Viterbo. Una città che è stata all’avanguardia nel Medioevo e nell’Umanesimo. Addirittura superiore alla stessa Roma. Quello che abbiamo pensato di realizzare per l’apertura del festival è un appuntamento fortemente inclusivo, come lo fu all’epoca. E quello che più ci appassiona è avere ricostruito la complessa struttura narrativa. E oggi come allora saranno presenti tante prospettive, nessuna dominante''.

Cosa rappresenta per Viterbo questa manifestazione?

''Un’occasione di inclusione ma anche un momento per aprire una riflessione sulla città, mettendo insieme cose diverse tra loro. C’è quindi un aspetto di inclusione ma anche uno politico importante che ha a che fare con la cultura. Per QdA la cultura è sempre stata da considerare come uno strumento di costruzione sociale e di inclusione. Corpus 1462 è un qualcosa pensato per tutti, che per un giorno vuole aprire gli orizzonti. Portiamo in città il frutto di collaborazioni internazionali importanti, come per esempio con l’Ermitage di San Pietroburgo''.

Come stanno rispondendo i viterbesi?

''Direi sorprendentemente bene. Contiamo di rendere Corpus l’appuntamento annuale di apertura del festival. Tante realtà cittadine, associative e imprenditoriali, hanno deciso di fare rete insieme a noi. Abbiamo avuto l’importante vicinanza del Sodalizio dei Facchini e di Viterbo Civica, ma anche la rete Elt ha risposto bene, così i privati come Marco Naldi; e l’amministrazione comunale ci sostiene. Ci sono tutte le condizioni per fare un lavoro e per mettere Viterbo nella condizione di guardare al futuro''.





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