ANNO 14 n° 110
Longa Maus, Corte d'appello conferma assoluzione per Leonardi
17/10/2013 - 01:45

VITERBO – (ale.ser) Era il 29 luglio di tre anni fa, quando il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Viterbo, Franca Marinelli, emise sentenza di assoluzione per Sandro Leonardi, l'ex vicesindaco di Montefiascone implicato nella nota vicenda giudiziaria “Longa Manus”. 

La maxi inchiesta, condotta dai carabinieri del Comando tutela ambiente, prese avvio nella primavera del 2007 e coinvolse, a vario titolo, una quarantina di persone. Tra queste l'ex sindaco del colle falisco Fernando Fumagalli, l'assessore all'Ambiente Valdo Napoli e il segretario comunale Luciano Carelli. L'accusa formulata dai sostituti Stefano D'Arma e Franco Pacifici fu quella della corruzione per “aver assegnato a trattativa privata l'appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ad una società mista in cambio dell'assoluzione di dodici persone”.

Oltre ai soggetti appena citati, le ordinanze di custodia cautelare furono spiccate anche per i responsabili delle società consorziate: Angelo e Giuseppe Bologna, amministratori della Econet-Sieco, Antonio Sini, amministratore della Consit Scarl, Bruno Mancini, titolare della discarica di Tuscania, Luigi Giuseppe Ferri, amministratore e responsabile tecnico della Sap, Fabio Boni, addetto commerciale del gruppo Econet-Sieco, Massimo Jandolo, direttore tecnico del gruppo Econet-Sieco.

Secondo la Procura, in buona sostanza, gli indagati avevano dato vita ad una collaudata organizzazione finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali per un totale di 23mila tonnellate smaltite illegalmente tra Sardegna, Toscana e Lombardia dall’agosto 2006. “Una parte dei materiali miscelati con rifiuti organici normali – spiegarono a suo tempo gli investigatori - è stata riversata anche su terreni agricolo nel Viterbese”.

Quanto a Leonardi, che ricevette l'avviso di garanzia solo in un secondo momento, e che d'intesa con il suo avvocato di fiducia Angelo Di Silvio scelse il rito abbreviato, era stato assolto già in sede di udienza preliminare. Ma la Procura aveva impugnato la sentenza del gup Marinelli.

L'udienza, davanti alla Corte d'appello di Roma, si è svolta ieri e si è conclusa due a zero per la difesa. I giudici capitolini hanno infatti confermato la sentenza di primo grado, sposando in todo l'impianto assolutorio del magistrato di Viterbo, nonostante il procuratore generale avesse invece l'aumento della pena.

Oltre alla corruzione aggravata, in particolare, a Leonardi la Procura contestava il falso ideologico: sul ricorso i pm D'Arma e Pacifici scrivevano che l'assoluzione circa quest'ultimo capo di imputazione non era stata sufficientemente motivata dal gup di via Falcone e Borsellino.

Il collegio giudicante ha invece ritenuto implicito che, decadendo l'accusa di corruzione, venisse meno anche quella di falso.

E' probabile, adesso, che la decisione della Corte d'appello di Roma si ripercuota sul processo di primo grado ancora in corso a Viterbo.






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