ANNO 14 n° 116
Contro Agorą i cittadini di Civitella Cesi
''Il servizio in onda su Rai tre con un montaggio curioso''
26/07/2016 - 18:28

Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo ''I Civitellesi increduli''

BLERA - Noi abitanti di Civitella Cesi ci sentiamo costretti a chiarire un servizio fazioso e menzoniero, fatto dalla trasmissione Agorà di Rai tre, il giorno 19 luglio alle 9.24.

Arrrivati con le telecamere di mamma Rai, quindi finanziati da noi contribuenti, in un pomeriggio afoso e silenzioso nella nostra piazzetta, ci hanno intervistato in modo cordiale e amichevole e con la gentilezza che ci contraddistigue abbiamo risposto volentieri, snocciolando tutte le problematiche riguardo il centro di accoglienza che sembrerebbe sorgere qui.

Loro stessi si sono mostrati perplessi dall'arrivo di 48 immigrati in una realtà di 200 persone, la maggior parte anziani. Dopo tre ore di sorriso (finti) e belle parole ci salutiamo affettuosamente. Con costernazione, la mattina dopo, vediamo la trsmissione Agorà e scopriamo un montaggio veramente curioso, incredibile! Ci chiediamo la motivazione logica dei tagli, cosa volevano mostrare o meglio cosa volevano nascondere. Puntano il dito sulle paure di noi Civitellesi e sulla sindaca che afferma di aver saputo per caso del bando e della formula 5/60, passano poi alla realtà di Canino, dove intervistati sono però il proprietario e il responsabile della struttura di prima accoglienza e un ospite o ''risorsa'' , che dipingono una situazione idilliaca naturalmente.

Ma cosa pensa la popolazione di Canino non emerge come non emergono tutte le problematiche abbondantemente trattate.Un motivo esisterà, visto che le altre strutture che hanno concorso al bando sono già partite e la nostra no? Come esisterà un motivo per cui, non è stato ancora chiuso il bando.Sarà tutto regolare?

Non hanno avuto difficoltà a raggirare persone come noi, gente semplice e onesta, la verità non si manipola a piacimento di chi? Di che cosa? A noi di Civitella il business che c'è dietro l'immigrazione non ci interessa e nemmeno le aspirazioni che qualcuno può avere, con la testardaggine che ci contraddistingue e animati dal profumo della verità, ci ribelliamo e ci dissociamo da questi meccanismi di regime, vogliamo trasparenza.

La giornalista, Diana Corati, si informasse meglio sul caso di Canino, andasse a leggere gli articoli dell'anno scorso. Il parogone non ci interessa e andiamo avanti liberi in cerca dela legalità e trasparenza.






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