ANNO 14 n° 111
''Consigli'' per ottenere il porto d'armi,
poliziotto condannato a 6 mesi
Assolto dall'accusa di favoreggiamento insieme a altri colleghi della Questura
30/05/2017 - 11:17

VITERBO – Una sentenza choc che arriva dopo più di un'ora e mezza di camera di consiglio. Nonostante le richieste di assoluzione dei difensori e della stessa Procura facessero ben sperare in un finale positivo per tutti, arriva una condanna.

Cinque i poliziotti della Questura di Viterbo finiti in giudizio con le accuse di favoreggiamento: secondo l'ipotesi del pm Massimiliano Siddi avrebbero permesso che un gruppo di buttafuori, in totale assenza di autorizzazioni, svolgesse servizi di vigilanza durante manifestazioni ed eventi in città. Come ai mercatini di Natale 2009. Ma di tutto ciò, come sottolineato anche dallo stesso sostituto procuratore durante la scorsa udienza del 10 maggio, ''non vi sarebbero sufficienti prove, data l'inutilizzabilità delle intercettazioni''. E allora la richiesta di assoluzione per tutti, confermata poi oggi dal collegio di giudici presieduto da Rita Cialoni.

Ben diverso però il destino processuale per uno dei cinque poliziotti, che, insieme agli altri, avrebbe anche consigliato uno degli stewart, affinché, nonostante i precedenti con la giustizia, non gli venisse tolto il porto d’armi. Una telefonata intercettata sarebbe la prova regina di tutto ciò: il dipendente statale avrebbe detto al buttafuori di segnare tutte le armi a nome della moglie, eludendo così ogni problema con la legge.

Per lui, nonostante la richiesta di assoluzione formulata dal pm Siddi, arriva la condanna: 6 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali, di cui dovrà farsi carico.

Una sentenza che oggi dopo anni di udienze e decine di rinvii, va a concludere un processo affrontato con estrema dignità da tutti gli ex imputati, assolti e condannati. Un'umiltà riconosciuta anche dallo stesso pm: ''Sono stati anni e udienze difficili per tutti, specialmente per gli imputati, dipendenti pubblici finiti alla sbarra – ha sottolineato Siddi -. Ma ho visto nei loro occhi la voglia di riscatto. Una dignità e un’umiltà tali che non si vedono tutti i giorni''.






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