ANNO 14 n° 89
Confagricoltura Viterbo-Rieti: ''Stop al biologico dalla Regione Lazio''
Daniele Ciorba: ''La decisione comporterą ripercussioni economiche, sociali ed ambientali gravissime''
13/05/2019 - 15:44

Riceviamo e pubblichiamo da Daniele Ciorba, direttore di Confagricoltura

VITERBO - Con il bando 2019, la Regione Lazio non ha previsto la presentazione di nuove domande per l’agricoltura biologica; tale norma trova attuazione non solo per chi accede per la prima volta alla misura ma anche per tutti coloro che avevano aderito nelle sessioni precedenti e che dopo 5 anni, alla scadenza dell’impegno si vedranno preclusa la possibilità di proseguire un percorso virtuoso iniziato, per alcuni, oltre 20 anni fa.

Tale decisione comporterà, a nostro avviso, ripercussioni economiche, sociali ed ambientali gravissime poiché le circa 800 aziende agrarie escluse dal proseguimento del biologico, saranno costrette a riconvertirsi all’agricoltura tradizionale, disperdendo quanto di buono fatto per l’ambiente finora e, addirittura perdendo l’intera annata agraria 2018/2019 che, iniziata da biologico finirà come coltivazione tradizionale.

Peraltro le aziende hanno ora un parco macchine costruito sulle esigenze tipiche delle lavorazioni meccaniche in agricoltura biologica (strigliatori, erpici leggeri ecc) e che quindi dovrà essere rinnovato completamente in una ottica di lavorazioni tradizionali.

Anche il personale di molte aziende bio è stato istruito su comportamenti legati al mondo del biologico ed ora dovrà essere riqualificato per l’agricoltura convenzionale.

Naturalmente gli imprenditori agricoli esclusi dai contributi potrebbero proseguire il biologico senza di essi, ma ciò è economicamente impossibile dal momento che il contributo stesso è proprio modulato sulla perdita di reddito che il biologico determina.

Abbiamo indirizzato nei giorni scorsi un appello all’Assessore Onorati affinché consenta almeno un prolungamento di un anno alle aziende in scadenza dal biologico per non perdere un patrimonio importante della nostra Regione, vanto di molte tavole rotonde nelle quali sono stati elogiati i comportamenti virtuosi degli imprenditori biologici della Regione Lazio; appello di cui non abbiamo risposta, ma che è l’unica possibilità per far sì che con un anno “ponte” gli 800 agricoltori esclusi possano, l’anno prossimo, proseguire con un ulteriore quinquennio aderendo al nuovo PSR.

E’ il momento dei fatti, le parole non servono più oppure dal 16 maggio avremo 800 aziende che inizieranno un nuovo percorso di agricoltura convenzionale, con buona pace di tutti quelli che hanno a cuore l’ambiente solo per gli aspetti folkloristici delle tavolate della domenica televisiva.






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