ANNO 14 n° 115
Condannato semina il panico in aula
Urla ''Voglio la libertą'' e butta a terra banchi e sedie: gli agenti costretti ad ammanettarlo
18/04/2019 - 06:48

di Barbara Bianchi

VITERBO – Aveva appena ricevuto una condanna per aver distrutto la cella del carcere di Mammagialla nel quale sta scontando una pena per una serie di piccoli reati accumulati negli anni, quando ieri, subito dopo la lettura della sentenza, ha seminato il panico in aula.

Sedie capovolte e banchi rovesciati. A finire a terra anche i microfoni dell’impianto di registrazione presenti nelle aule del tribunale di via Falcone e Borsellino.

''Io voglio la libertà. Non capisco perché in Italia fate tutti questi problemi'' continuava a ripetere A.C., poco più che ventenne originario del Nord Africa al giudice Silvia Mattei, mentre era a terra, nel tentativo di divincolarsi dalla presa degli agenti di polizia penitenziaria.

''Non mi vogliono ascoltare, io voglio solo difendermi e uscire. Io voglio tornare fuori''. Sicuro che le sue richieste, messe per iscritto, finiscano nel cestino assieme alla carta straccia, il giovane da tempo, anche all’interno della casa circondariale, avrebbe avuto atteggiamenti aggressivi.

E per questo ieri è finito nuovamente in tribunale: ‘’Il 20 giugno del 2016 – ha spiegato al giudice uno degli agenti – ha distrutto la cella, mandando in frantumi i vetri delle finestre e un armadio. E’ convinto che nessuno voglia ascoltarlo e che le sue richieste di libertà anticipata vengano strappate. Quando siamo intervenuti per portarlo in una nuova stanza, si è buttato a terra in segno di protesta. Abbiamo cercato di calmarlo, ma era estremamente agitato. Voleva assolutamente parlare con qualcuno. Ci insultava: per lui siamo solo dei ''pezzi di merda a cui sputare addosso...''.

Accusato di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, ieri si è beccato una condanna a 4 mesi di reclusione per aver distrutto la cella del carcere. Ma subito dopo la lettura della sentenza, la reazione: nel tentativo di divincolarsi dalla presa degli agenti, si è buttato a terra e ha fatto cadere banchi, sedie, microfoni e fascicoli. In quattro sono stati costretti ad intervenire per bloccarlo e ammanettarlo. Attimi concitati per cui il giudice Silvia Mattei è stato anche costretto a interrompere l’udienza.






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