ANNO 14 n° 114
''Con quel mortale
non c’entro niente'',
rifiuta la prescrizione
e viene assolto
24/06/2017 - 02:01

VITERBO – A causa dell’eccessiva velocità in un tratto di strada che prevede un limite di 80 chilometri orari, avrebbe causato la morte del settantenne U.P. mentre era alla guida della sua auto. Per questo, un noto avvocato della provincia è finito a processo per rispondere di omicidio colposo.

Era il novembre del 2005, quando, percorrendo la Cassia verso Montefiascone, S.D.A. avrebbe urtato irrimediabilmente contro la Skoda del pensionato, che viaggiava nella corsia opposta, causandone la morte. Una velocità calcolata al momento dell’impatto di circa 110 chilometri orari e che, fino a ieri, rappresentava la prova regina della colpevolezza dell’avvocato. Che però si è sempre dichiarato innocente. O quantomeno non direttamente responsabile di quella morte, tanto da rinunciare alla prescrizione, che, dato il trascorrere degli anni, avrebbe spazzato via ogni accusa o ogni eventuale condanna.

''Con quel mortale non c’entro niente’’ e il tempo gli ha dato ragione. Nonostante, infatti, stesse percorrendo la Cassia ad una velocità maggiore rispetto a quella prevista, l’uomo alla guida della sua berlina non avrebbe potuto fare nulla per evitare l’impatto con l’auto della vittima, che improvvisamente avrebbe svoltato a sinistra per entrare all’interno di un’area di sosta. A supportare questa tesi una perizia della difesa che ha smontato una ad una le accuse rivolte all’avvocato: anche se S.D.A. avesse rispettato i limiti di velocità, l’esito dell’impatto sarebbe stato comunque fatale. A causa di una manovra azzardata e del tutto imprevedibile della vittima.

Ecco che arriva quindi un’assoluzione piena per l’avvocato 74enne, per il quale anche la procura non aveva chiesto alcuna condanna.






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