ANNO 14 n° 116
''Con la riforma Italia
pił forte e stabile''
Il ministro Maria Elena Boschi alla convention del Centro studi Aldo Moro
23/09/2016 - 17:06

di Nicola Savino

VITERBO - Maria Elena superstar. Senza urlare, senza strepitare, senza utilizzare toni da capitano del popolo: soltanto spiegando e ragionando. Semplicemente argomentando. E' il giorno del ministro (senza portafoglio) alle riforme costituzionali: Boschi Maria Elena, 36 anni il prossimo gennaio, è la reginetta della convention organizzata dal Centro studi Aldo Moro all'Hotel Salus Terme. Padrone di casa Peppe Fioroni, organizzatore dell'iniziativa (stamattina si è parlato del distretto turistico, domani si chiude affrontando questioni internazionali e di sicurezza); angeli custodi il vice sindaco Luisa Ciambella e il segretario provinciale del Pd Andrea Egidi. Sala stracolma (almeno 7-800 presenti, molti in piedi) per ascoltare la ''sua'' proposta di riforma. Primo errore: ''Non è la mia riforma, ma quella voluta dal Parlamento dopo anni di lavoro''. Tra qualche mese, la data ancora non è stata fissata, andremo a votarla esprimendo soltanto un sì o no.

Lei vuole partire dalla verità e da attacchi e polemiche non motivati da fatti certi. ''Dicono - attacca - che si vanno a ledere i principi fondamentali della nostra Carta costituzionale: non è vero. Gli articoli che vanno dall'1 al 54, cioè esattamente quelli in cui si parla di diritti e doveri, non sono minimamente toccati. Come non è vero che la proposta di riforma riguarda la legge elettorale. L'Italicum è altra cosa: bisogna essere chiari e onesti. C'è una legge sulla quale le forze politiche stanno ragionando: da parte nostra siamo disponibili a parlarne. E non è vero ancora che aumentano i poteri del presidente del Consiglio o che cambia la forma di governo prevista dal nostro ordinamento''. E ancora: ''Non è un voto contro o pro il Pd e neppure una valutazione sul governo (andremo al voto per le politiche nel 2018) e neanche il congresso anticipato dei democratici che si terrà secondo calendario l'anno prossimo. Via le personalizzazioni e la resa dei conti interna, bisogna semplicemente valutare ciò che sta scritto sulla scheda. E, tanto per chiarire, non lo abbiamo scritto noi, ma la Corte di Cassazione...''.

Insomma, che cosa prevede la riforma? ''Superamento del bicameralismo paritario: basta con le leggi che vanno e vengono da Camera a Senato con enormi perdite di tempo; riduzione del numero dei parlamentari con trasformazione del Senato che sarà composto da consiglieri regionali e sindaci; contrazione dei costi della politica e delle istituzioni; abolizione del Cnel e interventi sul titolo V con il superamento delle Province per rendere più snelli e chiari i rapporti tra Stato e Regioni''. Qualche esempio serve per comprendere meglio: ''Su 260 leggi approvate in questa legislatura e sottoposte alla doppia lettura di deputati e senatori - spiega la ministra - con il nuovo ordinamento soltanto 5 (meno del 3%) avrebbero avuto bisogno della doppia lettura. Non è casuale che su 47 Paesi che fanno parte del Consiglio d'Europa, soltanto in 3 sia ancora in vigore il bicameralismo perfetto''. Ma c'è un ulteriore passaggio da mettere in evidenza: ''E' possibile che oggi il 40% dei ricorsi presentati alla Corte costituzionale riguardi conflitti fra Stato e Regioni? Queste ultime sono 20 ed è inconcepibile che ognuna abbia legiferato a modo suo su certe materie: ciò che vale nel Lazio, non vale in Toscana o in Liguria. Così certe materie (ad esempio, ambiente, trasporti, energia) passeranno sotto il controllo dello Stato: oggi, chi deve fare un trasporto eccezionale da Viterbo a Milano deve avere il permesso di tutte le Regioni attraversate. Non sarà più così, perché invece ci saranno regole precise per tutti. E questo significa dare risposte concrete e in tempi ragionevoli a imprese, cittadini e lavoratori. Le Regioni e i Comuni continueranno ad avere voce in capitolo attraversato il futuro Senato, ma senza costi aggiuntivi perchè consiglieri regionali e sindaci hanno già la loro indennità''.

La sintesi è presto fatta: per Maria Elena Boschi (deliziosa nel suo tubino nero e scarpe rosse) ''l'Italia potrà funzionare meglio''. ''Mi stupisco che le critiche maggiori arrivino da chi per trent'anni ha inutilmente promesso le riforme, senza mai farle. Votando sì - scandisce - si cambia; con il no si resta nella situazione attuale. E chissà per quanto tempo ancora. La riforma è frutto di due anni di durissimo lavoro del Parlamento, con 6 votazioni finali nelle quali si è sempre realizzata una maggioranza del 57-58%, con 5600 voti vari e 4500 interventi in aula. La mia proposta iniziale è stata cambiata in 122 punti. Questa è la nostra, anzi la vostra riforma. Un'occasione, secondo me, da non perdere, per rendere l'Italia più forte, più stabile e per far andare meglio le cose''. Standing ovation.






Facebook Twitter Rss