ANNO 14 n° 116
''Con la morte di Provenzano svanisce il mistero sulla scomparsa di Attilio''
14/07/2016 - 02:00

VITERBO - ''Non gioisco mai quando muore qualcuno. Non gioisco, tantomeno, per la morte di Bernardo Provenzano. Con la sua dipartita svaniscono nel nulla i tanti misteri italiani non ancora risolti, uno tra tutti, la morte di Attilio Manca''. Così Gianluca - fratello dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto trovato morto a Viterbo il 10 febbraio di dodici anni fa - sul suo profilo Facebook dopo aver appreso la notizia della morte del boss mafioso Bernardo Provenzano.

''Adesso Provenzano sarà al cospetto di un giudice al quale non potrà più negare la verità e a cui dovrà rendere conto delle tante vite spezzate per mano sua e del perenne dolore in cui ha fatto vivere tante famiglie'', scrive invece la mamma, la signora Angela.

E a giudicare dai like, dalle condivisioni e dai commenti a questi post in tanti devono aver pensato la stessa cosa. Almeno tutti coloro che sostengono la tesi della famiglia Manca: Attilio non è morto per un'overdose di eroina ma è stato vittima di un delitto di mafia. Non a caso la madre, il padre e il fratello hanno sempre chiesto di indagare su un possibile collegamento con Bernardo Provenzano che lo stesso giovane medico potrebbe aver operato e, per questo motivo, poi eliminato perché ritenuto un testimone scomodo.

Ieri, 13 luglio, Provenzano - detenuto in regime 41 bis nel reparto ospedaliero San Paolo di Milano - è morto. E con lui, secondo i familiari di Attilio, se ne è andata per sempre anche la chiave per risolvere il mistero che tentano disperatamente di risolvere da dodici anni. Era malato da tempo quello che era considerato il boss di Cosa nostra, arrestato a Corleone l’11 aprile 2006 dopo una latitanza lunga 43 anni.

E sui profili social della signora Angela e dell’altro figlio Gianluca si leggono decine di post di questo tenore: ''Ho pensato subito ad Attilio quando ho sentito della morte'', ''I segreti sono ancora lì, detenuti dagli uomini dello Stato. Non molliamo'', ''Con la sua morte non si fermerà la voglia di giustizia per il nostro Attilio'', ''Magari... da qualche parte.. ha lasciato qualche pizzino... che sveli questo mistero'' e ''Mi dispiace solo che se ne sia andato al diavolo portandosi dietro il segreto sulla morte di Attilio, che comunque non resterà un segreto. La verità, ne sono certa, é solo questione di tempo, sempre'', scrive un’altra utente.

E questo è certo: la morte del boss non fermerà la sete di giustizia di questa famiglia che da quel maledetto 10 febbraio di dodici anni fa non ha mai smesso di lottare per la verità che, a detta dei Manca, è ben diversa da quella degli inquirenti. 





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