ANNO 14 n° 107
''Con i polsi legati a vederli rubare è stata una situazione surreale’’
12/07/2017 - 02:01

VITERBO – ''E’ stata una situazione surreale, difficile da dimenticare, forse pericolosa. Ma surreale. Sembrava di stare in un film. Ci hanno legato i polsi con delle fascette di plastica, ma non volevano farci del male. Tanto che quando ho detto loro che la presa era troppo stretta e sentivo dolore alle mani, mi hanno liberato e legato con più dolcezza.’’. Parlano di ladri gentiluomini i testimoni sfilati ieri mattina in aula per raccontare ciò che hanno vissuto durante le rapine in banca a Faleria e Oriolo Romano.

19 ottobre e 19 novembre 2015. Due colpi messi a segno nel giro di un mese. Entrambi con le stesse modalità d’azione: volti coperti da maschere e parrucche e un foglio bianco da alzare contro le telecamere di sicurezza all’entrata per non farsi riconoscere. Per quelle rapine sono finiti alla sbarra tre italiani, ad oggi detenuti agli arresti domiciliari, M.M., S.F. e D.P..

''Non sono riuscita a vederli in faccia, non saprei riconoscerli – ha sottolineato Mary, originaria di Magliano Sabina, tenuta in ostaggio durante la rapina a Faleria – ho tenuto sempre gli occhi bassi e ho passato quell’interminabile ora a tranquillizzare mia sorella. Si era fatta prendere dal panico, era andata in iperventilazione. Ricordo solo un paio di scarpe rosse e un tutina monouso da pittore che copriva gli abiti di uno dei rapinatori’’.

Sempre alquanto offuscati, i ricordi del 30enne Andrea: ''Forse la paura, forse il passare del tempo, ma non ricordo con esattezza i volti dei ladri: ricordo la loro altezza, la loro corporatura e all’incirca la loro età. Uno avrà avuto sui 50 anni, gli altri erano più giovani’’.

Liberati dal direttore di banca con l’aiuto di un paio di forbici, nessuno degli ostaggi è rimasto ferito: ‘’Non erano armati, né violenti. Erano gentili e, nei limiti del possibile cercavano di tranquillizzarci. Ci dicevano che non avrebbero preso nessuno dei nostri effetti personali’’. E così è stato. Anzi, per loro anche un piccolo regalo: ''Prima di andare via, ci hanno infilato in tasca 50 euro ciascuno. Come un risarcimento per il disturbo’’, aveva sottolineato un testimone in una delle scorse udienze.

Si tornerà in aula il prossimo 3 ottobre.






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