ANNO 14 n° 89
''Comunali: sarą ballottaggio con il Pd''
Antonio Rizzello: ''Ecco cosa salvo dell'amministrazione Michelini''
22/05/2018 - 07:05

di Monica Di Lecce

VITERBO – Tre settimane al voto. La campagna elettorale per le Comunali entra nel vivo anche a Viterbo. Otto i candidati sindaco, 16 le liste e circa 600 aspiranti consiglieri comunali. Per capire chi sono, quali sono i programmi e gli impegni per la città dei Papi Viterbonews 24 ospiterà da qui, all’appuntamento elettorale del 10 giugno, le interviste con i candidati.

Inaugura questa serie di interviste Antonio Rizzello, candidato per il Pd, che in una videointervista (CLICCA SULLA FOTO o QUI per vederla) – di cui di seguito si riporta un ampio stralcio – fa il punto sul Partito democratico Viterbo, rivela ciò che promuove e boccia dell’amministrazione Michelini, e parla delle prospettive.

Antonio Rizzello, 10 anni fa l’esperienza da assessore provinciale, poi il ritorno in politica e l’impegno da vicepresidente dell’Unione Comunale del Pd, e ora di nuovo in campo e in corsa per la prima volta a Palazzo dei Priori. E’ questo un voler tornare all’esperienza da amministratore, o il completamento di un percorso?

''In questi 10 anni il mio impegno politico non si è mai interrotto. Non è mai venuto meno il mio contributo in ciò in cui credo per il miglioramento della società e della comunità in cui vivo. Per questo motivo non ritengo la mia candidatura al consiglio comunale né la fine di un percorso né un voler tornare nostalgicamente indietro a un ruolo che ho svolto anni fa con piacere e che ha avuto la sua definizione all’epoca. Mi candido ora perché ritengo sia giusto metterci la faccia. E’ giusto dare il proprio contributo darlo mettendosi a disposizione di un percorso in cui credo e che secondo me è volto a confermare e migliorare la città di Viterbo''.

Che cosa l’ha spinta a candidarsi nel momento forse di maggiore difficoltà del Partito democratico?

''L’ho fatto proprio perché è il momento più difficile del Partito democratico. Ritengo che chi come me e tanti altri crede del Pd, nella politica, nella bontà dei valori che il Partito democratico rispetta e rispecchia, deve metterci la faccia proprio perché il partito sta vivendo un momento di difficoltà. Sia chiaro: io ritengo che questa difficoltà sia più ciò che viene percepito all’esterno che una reale difficoltà di valori interni. Il ruolo che il Pd ha svolto nella società in questi anni è un ruolo che è tutt’altro che terminato. Io credo che il Partito democratico abbia rappresentato e rappresenti tuttora una delle forze baluardo rispetto ai populismi al facile consenso, alla rincorsa continua e negativa di quelle che sono spesso velleità o istintività della società che, poi, all’atto pratico, non portano crescita e bene comune ma, al contrario, generano individualismi, scontri e tensioni.

Il Pd è nato per svolgere questo ruolo di superamento delle categorie politiche del ‘900. A maggior ragione oggi il Partito democratico deve continuare a svolgere quel ruolo in maniera più incisiva perché non tutte le cose fatte sono fatte sono state positive. L’obiettivo è sicuramente quello di un miglioramento, non certo di un superamento del Pd''.

Lo scenario che si apre oggi è completamente diverso da quello che 5 anni fa portò all’ascesa di Michelini, quali sono secondo lei le maggiori difficoltà oggi per il Pd?

''Lo scenario è completamente diverso: 5 anni in politica e nella società sono una generazione. Basta dare un’occhiata a ciò che è avvenuto nel mondo. I cambiamenti hanno avuto un peso anche a Viterbo. La candidatura di Michelini 5 anni fa nacque con l’obiettivo di superare alcuni steccati che in passato avevano diviso il centrosinistra e di rafforzare quella che è la parte dinamica, positiva, costruttiva della comunità viterbese. A tutt’oggi la scelta del Partito democratico va esattamente nel solco della continuità con quella scelta. Non tutti l’hanno compresa, non tutti l’hanno condivisa. Chi, come me, ha deciso di re-impegnarsi in questo percorso, lo sta facendo perché è convinto che quella sia la strada giusta per la crescita, lo sviluppo della comunità di Viterbo''.

Come immagina l’11 giugno a Viterbo?

''L’11 giugno immagino un ballottaggio. Immagino che ci saranno i conti di un esito elettorale democratico che - sono convinto - porterà il Partito democratico al ballottaggio contro un'altra forza politica, non so definire quale. L’11 giugno a Viterbo si continuerà una campagna elettorale che, secondo me, il 24 giugno può portare Luisa Ciambella a essere sindaco di Viterbo. Questa è una città che sa riflettere, sa capire e distinguere il buono dal meno buono, sa capire ciò che dà una prospettiva futura da ciò che è semplicemente utile o funzionale a raccogliere dei voti. Siccome ritengo che amministrare sia la cosa più nobile che un individuo possa fare, soprattutto amministrare al servizio dei propri concittadini, credo che i viterbesi sapranno scegliere chi sa ben governare''.

Che cosa salverebbe dell’amministrazione Michelini e che cosa boccerebbe?

''Salvo il buon governo, la capacità di aver affrontato senza paura alcune questioni che da anni erano appese e sembravano irrisolvibili per questa comunità: le questioni termalistiche, le vicende di bilancio emerse subito dopo l’avvio di questa amministrazione. Salvo l’attenzione unica ed eccezionale per le periferie. Una città è ben governata quando nessuno si sente escluso dal tessuto socio economico della città stessa. In questo senso la periferia e l’attenzione ad essa è il primo argomento che consente a un amministratore di misurare la sua incisività sul miglioramento della società e della comunità che amministra. Cosa non salvo? Si è curato troppo poco la bellezza. Io ritengo che amministrare bene significhi mettere al centro il valore estetico della bellezza. Dentro il concetto della bellezza c’è tutto che quello che nuovo millennio ci offre come opportunità''.

Otto candidati sindaco, 16 liste, un esercito di aspiranti consiglieri comunali. Come giudica la sfida?

''Fin tanto che avremo persone disposte di mettere la faccia in una elezione, la democrazia sarà preservata e il livello minimo di agibilità sociale sarà mantenuto. C’è chi dice siamo troppi, siamo troppo pochi , diciamo le stesse cose, si colgono poco le differenze. Credo che tutto questo sia irrilevante. Ognuno porta con la propria faccia, la propria storia, il proprio background culturale, le proprie sensibilità morali e i valori che lo rappresentano. Questa è una grande opportunità di democrazia per Viterbo e credo che sia anche motivo di orgoglio sapere che tante persone e tante generazioni e storie diverse si confrontino per amministrare bene la città. All’esito di questa di questa vicenda elettorale Viterbo avrà un’ottima amministrazione. Io sono convinto che questa possa essere l’amministrazione in cui il Pd ne fa parte''.

Perché l’elettore dovrebbe votare il Pd?

''Dovrebbe scegliere il Partito democratico perché è un partito che può anche non avere più la appetibilità che in passato ha avuto ma che ha dimostrato in questi anni di mantenere sempre al centro l’interesse di tutti, di stare sempre vicino a chi resta indietro, di fare uno sforzo – spesso anche non compreso all’esterno – di democrazia prima di tutto internamente . Chi non è democratico al proprio interno chi non rispetta al proprio interno le regole della contendibilità politica non può poi rispettare l’esito della contendibilità pubblica da parte degli elettori. La prima regola perché un partito sia credibile è quella che un partito rispetti al proprio interno le proprie regole e la prima democrazia. Il Pd lo ha sempre fatto, spesso ha anche dato un’idea di divisione a causa di questa dialettica interna. E’ un partito che a tuttoggi rappresenta il punto più alto della democrazia e dei valori che questa rappresenta in Italia, nel Lazio e a Viterbo''.






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