VITERBO - Centinaia di alveari, ben popolati, spazzati via dalla furia delle acque in tutta la provincia con perdite rilevanti e difficili prospettive di ripresa. Questo il triste bilancio presentato dalla Coldiretti sul settore fondamentale per il ciclo naturale: l'apicoltura.
Una conta dei danni, che purtoppo continua a crescere e al momento è stimata intorno a venti milioni di euro per l’agricoltura e almeno 10 milioni di euro per i consorzi di bonifica, iniziata all'indomani della terribile alluvione che ha colpito il Viterbese e ha messo in ginocchio migliaia di aziende della provincia.
L'apicoltura, comparto spesso trascurato, ma di particolare importanza per il Viterbese, in questi ultimi anni ha saputo cogliere e interpretare le esigenze di un’apicoltura moderna e nazionale, valorizzando le risorse nettarifere tipiche del territorio, producendo mieli straordinari, premiati nei concorsi nazionali, ma soprattutto dai consumatori.
Per far fronte a una situazione definita ''drammatica'', la Coldiretti ha avanzato una serie di proposte: dal riconoscimento dello stato di calamità naturale alla facilitazione dell'accesso al credito; dalla riapertura dei termini per le cambiali agrarie alla riapertura di alcuni bandi del Psr per la viabilità per finire con la sospensione del versamento della seconda rata dell'Imu.