ANNO 14 n° 110
Cocaina in cucina
nel barattolo del
riso, ma quella
''non era casa sua''
18/09/2018 - 06:50

VITERBO – ''Quella non era casa sua''. Ad alleggerire la posizione di Feliz Rodolfo Castillo, accusato della detenzione per spaccio di oltre 35 grammi di cocaina, ci pensa un testimone della difesa chiamato in aula a raccontare la sua verità.

''Non abitava lì e quella non era nemmeno casa sua'', avrebbe detto di fronte al giudice Giacomo Autizi ieri pomeriggio. Per questo, secondo la tesi portata avanti dalla difesa dell’ex stella di baseball dominicana, la droga rinvenuta in cucina all’interno di un barattolo per il riso, non poteva essere la sua.

Se così fosse, crollerebbero tutte le accuse a suo carico: nessuna detenzione, nessuno spaccio.

Per quei 35 grammi di polvere bianca, Castillo finì in manette nell’aprile del 2016 quando dopo un periodo di controllo e appostamenti, i carabinieri lo beccarono con la droga in tasca e rinvennero la restante nell’appartamento in via del Forno.

Ma lui, in manette a causa di un secondo arresto per droga del febbraio scorso, si è sempre dichiarato innocente e, tramite il suo avvocato, il legale Samuele De Santis, del tutto estraneo alla vicenda.

''Il mio nome sul citofono dell’appartamento in via del Forno, serviva solo ai corrieri per lasciare pacchi e acquisti fatti da internet a casa del mio amico Heraldo. Era scritto su un pezzo di carta bianco, provvisoriamente. Ma io non abitavo lì'', aveva riferito lui stessi in aula all’udienza di maggio. ''Certo, avevo le chiavi di quell’appartamento – aveva spiegato l’ex sportivo – solo perchè ogni tanto lo usavo come appoggio prima o dopo la palestra''.

Si tornerà davanti al giudice il prossimo 3 dicembre, quel giorno la sentenza.






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