ANNO 14 n° 107
Civita di Bagnoregio da record
Arrivati nel weekend pasquale 22mila turisti: punta di diamante della Tuscia
29/03/2016 - 02:00

di Roberto Pomi

BAGNOREGIO - Civita, 22mila visitatori in tre giorni. Di questi ben 17mila paganti.

Il più piccolo borgo della Tuscia tira la speranza di uno sviluppo turistico del territorio. Sono numeri da capogiro quelli registrati alla biglietteria che affaccia sul ponte d'ingresso a Civita. Un ponte che si è letteralmente trasformato in un serpentone umano nel weekend di Pasqua.

Tremila e quattrocento i turisti registrati dal ticket nella giornata di sabato, domenica ben 5mila. Ma è la giornata di Pasquetta a lasciare a bocca aperta: 8528.
Numeri che hanno davvero dell'incredibile e che raccontano una sorta di miracolo turistico. Sembrano essere tutti impazziti per questo piccolo centro, di conio etrusco, che si affaccia sui Calanchi. Tutto intorno il paesaggio bellissimo della valle del Tevere.

Un colpo d'occhio che ti invoglia a portare con te la macchina fotografica. Così ''la città che muore'' raccontata dal germanista e scrittore Bonaventura Tecchi si riscopre nella nuova veste di traino del sogno turistico del Viterbese. Piace tantissimo agli asiatici, presenti in grande numero anche in questo fine settimana pasquale. Arrivano dal Giappone, dalla Cina ma anche da altre nazioni. Vengono in gruppi organizzati per immortalarsi in questi scenari surreali di tufo e argilla.

Porta d'accesso a questo affaccio sul paradiso etrusco è diventato il belvedere. Sistemato e richiamato a nuova vita, con tanto di punto ristoro e qualche negozietto di ceramiche e oggetti vari. Arrivano qui a centinaia, a ogni ora del giorno, per godersi il panorama migliore. Poi la discesa per le scalette in tufo e l'arrivo al mitico ponte. La porta con le arpie scolpite ne ha contati a migliaia di turisti, oltre agli asiatici anche molti tedeschi e francesi, che con gli occhi sbarrati hanno voluto tuffarsi in questo pezzo ancora rustico di provincia italiana. Non sono mancati toscani e umbri, ma anche tanti viterbesi non hanno resistito a riscoprire questo luogo così vicino e che piace così tanto al mondo.

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