ANNO 14 n° 116
Ciambella: ''Abbiamo fatto un errore''
In commissione l'assessore ammette che la vertenza nasce dal mancato ricorso contro la Regione. Ma la soluzione ancora non c'č, Sberna: ''Buffoni''
29/09/2016 - 11:55

VITERBO - 'L'errore lo abbiamo fatto, me ne assumo la responsabilità'. Sulla vicenda rsa, oggi d'attualità in seconda commissione a Palazzo dei Priori, la soluzione è ancora lontana, ma dalla giunta arriva un primo mea culpa, per bocca dell'assessore al Bilancio e vice sindaco, Luisa Ciambella.

La discussione sulle rette rsa rischia all'inizio in realtà di saltare: in aula non sono presenti il sindaco, gli assessori Ciambella e Troncarelli, i dirigenti del Bilancio e dei Servizi sociali. 'Non sono pronti per affrontare il punto all'ordine del giorno' ammette candidamente il presidente della commissione, Livio Treta. Mugugni in sala da parte dei soci Aforsat, intervenuti perchè il tema è molto sentito. Con loro anche il presidente dell'associazione, Maria Laura Calcagnini, e il consigliere regionale Daniele Sabatini, da sempre sensibile all'argomento. Che, per una intemperanza di troppo di fronte all'assenza dell'esecutivo, viene cacciato dall'aula dallo stesso Treta.

L'opposizione, che aveva richiesto la commissione sul tema dopo la sentenza del Consiglio di Stato, insorge. 'Il sindaco ha confermato, dopo il parere della magistratura, la volontà di trovare una soluzione - afferma Gianmaria Santucci -. Ho detto mille volte che sarebbe meglio stare zitti prima di avere atti da presentare. Ma non si possono vivere due realtà, soprattutto su questo tema. Dobbiamo dirgliela a questa gente la verità sullo stato reale delle cose, con dignità per tutti. Chiamate un rappresentante delle istituzioni che ci dica cosa il Comune intende fare. Già è strano che dirigente e assessore non ci siano e non abbiano motivato perchè non ci sono'. Luigi Buzzi rincara la dose. 'La gente questo problema lo vive sulla propria pelle due volte - dice -, una perchè hanno persone care in rsa e una perchè sostengono costi che non dovrebbero sopportare'

Antonella Sberna riassume il pensiero comune dei presenti in aula 'Siete dei buffoni - attacca -. Questa gente sta qui, noi ci siamo e chi deve relazionare non c'è. Il sindaco ci racconta favole. Possibile che nessuno abbia avuto l'accortezza di comunicare che non veniva? Questa delibera è colpa dell'assessore al Bilancio, ma sono l'assessore e il dirigente ai Servizi sociali a dover relazionare. Succede per ogni pratica'. 'Si erano impegnati, il dirigente e l'assessore, a esserci - aggiunge Sergio insogna -. È una vigliaccheria amministrativa, è facile fare i bravi sulla pelle della gente che sta male e si è indebitata. Questo cinismo amministrativo è inaccettabile. Vergognatevi voi e i consiglieri di maggioranza che non vi dicono nulla'.

Treta non vuole sospendere la seduta, evidentemente oggi la pipì non gli scappa. 'L'esecutivo oggi è in fuga - rincara la dose Giulio Marini -. Non è responsabilità di Treta. Anni fa Daniele Sabatini, in qualità di assessore, trovò un milione di euro per le rsa. Oggi l'esecutivo qui non ci sta a dire cosa intende fare'. 'A me questo atteggiamento non stupisce - chiude Gianluca De Dominicis -, accade da tre anni. Dal 2015 sulle rsa ci dicono che è tutto a posto, questo dicono a noi e ai cittadini in difficoltà, ma non è a posto nulla'. 

Arriva una soluzione pilatesca: telefonicamente il sindaco, impegnato in un funerale a quanto dicono i suoi, avvisa che arriverà il dirigente dei servizi sociali Fioramanti. Che materialmente fa gli atti, ma non ne ha la responsabilità politica, come sottolineato dalla minoranza. Le proteste però funzionano: arrivano gli assessori Luisa Ciambella e Alessandra Troncarelli. 'Diteci cosa intendete fare' chiede la presidente Aforsat Calcagnini.

'Il pronunciamento del Consiglio di Stato non è ancora una sentenza, attendiamo il decreto del presidente della Repubblica - dichiara il vice sindaco, sapendo però perfettamente che il dpR non potrà discostarsi dalla sentenza dei magistrati per effetto della legge 69/2009 -. Noi abbiamo la possibilità di presentare delle osservazioni, perchè non abbiamo applicato la delibera 142/2015 contestata, siamo disponibili a modificarla. Il Comune deve trovare un modo per sanare la situazione ma non andare a zampe per aria, la questione è allo studio dei nostri legali. L'errore che abbiamo fatto è non avere impugnato quella legge regionale, questo è l'unico errore di cui mi assumo la responsabilità. Ma era inimmaginabile allora pensare che con la Regione finisse così, forse nessuno aveva la dimensione del fenomeno. Non scarichiamo le croci, ma la fotografia è quella. Da quando ci siamo insediati la spesa per le rsa è triplicata, il 2014 è a posto, il 2015 è appeso agli importi che ci corrisponderà la Regione. Faremo il massimo, ma per le anticipazioni dobbiamo prima confrontarci coi nostri avvocati per conciliare le esigenze di Comune e cittadini. Non vi lasceremo soli, ma nel limite delle nostre possibilità. A quella delibera ci siamo arrivati non per rovinare le famiglie, ma ricordo che eravamo in gestione provvisoria: non avevamo certezza sui conti, potevamo pagare solo stipendi e bollette. Dovevamo mettere un freno alla spesa rsa per non finire in dissesto finanziario, senza garantire servizi di alcun tipo. Dobbiamo capire cosa succede con la Regione'.

'Io non ero neanche assessore, la delibera me la sono ritrovata - dice poi l'assessore Troncarelli -. Quell'atto poneva un tetto massimo di spesa di 500mila euro, con dei criteri che cambiavano il calcolo Isee. Si parlava inoltre di un regolamento per il l'erogazione di un contributo. La Regione Lazio ora sta provvedendo per il 2016, il 2015 è un anno transitorio, perchè manca la legge che ci dice quanto i Comuni devono mettere in bilancio per le rsa. La Regione nel 2015 rispetto all'80% di finanziamenti del 2014 ci ha dato per il 2015 il 17%. Stiamo verificando i pareri legali su questo. Non abbiamo applicato la delibera, il problema lo abbiamo per il 2015. Le fasce di reddito rientrano nei termini della giustizia sociale? Non lo so, aspettiamo anche qui i pareri legali per capire come distribuire le somme. Per il 2016 pure stiamo aspettando i profili attuativi della giunta regionale. Ad oggi abbiamo un punto interrogativo'.

Risposte, in sostanza, su cosa accadrà adesso sono perciò pari a zero, in attesa dei pareri legali e di cosa farà la Regione. 'Dite che non avete applicato la delibera - risponde Calcagnini - ma le lettere alla gente le avete mandate eccome. E le strutture si sono rifatte sui cittadini e sui pazienti. Vi avevamo chiesto di ritirare la delibera e non lo avete voluto fare'. In sintesi, se la Regione non manderà i soldi, a Palazzo dei Priori si brancola nel buio su dove trovare le risorse per applicare le disposizioni del Consiglio di Stato. 

'Ormai non potete fare altro che mettere le risorse - commenta Santucci -. Non avete applicato la delibera? È una mezza verità: non lo avete fatto solo perché il consiglio comunale non vi ha votato il regolamento. L'errore sono state le lettere, perché dopo quelle le strutture hanno chiesto i soldi ai malati e ai familiari. Avete preannunciato l'applicazione e questo ha prodotto 'preavvisi di sfratto' agli utenti da parte delle strutture. Creando disagi. Non fare ricorso alla Regione ha comportato che i viterbesi paghino due volte le tasse e non abbiano servizi. Il Comune così non può tenere botta: i sindaci devono trovare un accordo con Zingaretti e con i consiglieri regionali viterbesi per trovare insieme la soluzione. Farsi la guerra tra avvocati, ma tutelare l'amministrazione, non risolve il problema alla gente. Cambiate atteggiamento'. Analisi condivisa da Sberna, Buzzi e Marini. 

'In attesa dei pareri legali, pagate parte le rette - chiede Calcagnini - perchè ci sono situazioni limite di persone che pagano mutui alle banche e si sono rovinati chiedendo prestiti per non vedere i propri cari buttati fuori dalle strutture. Mettetevi una mano sulla coscienza, date a queste persone quanto dovete. Questa non è beneficenza, è giustizia sociale: il diritto alla salute va garantito prima di quello alla salvaguardia del bilancio'. Risposta: picche. 'Non possiamo - conclude Ciambella - perchè non sappiamo ancora con che modalità erogare'. Regna lo stallo, la maggioranza si prende ancora qualche giorno per chiarirsi le idee. Ma la soluzione alle difficoltà dei cittadini ancora non c'è.





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