ANNO 14 n° 115
''Chiedano scusa pubblicamente''
Stupro di gruppo al pub, la difesa della 36enne: ''Chiricozzi e Licci mostrino un vero pentimento''
21/07/2019 - 06:15

VITERBO – (b.b.) ''Chiedano scusa pubblicamente. Si mostrino davvero pentiti di quanto hanno fatto e dimostrino alla vittima e all’intera città un ravvedimento vero e sincero''.

Sembra non farsene nulla la difesa della 36enne viterbese del pentimento che Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci avrebbero espresso di fronte al gip venerdì scorso quando hanno chiesto di essere interrogati.

Un pentimento che, come si legge nelle tre pagine di ordinanza depositata dal gip Savina Poli, ''appare strumentale alla richiesta di alleggerimento della misura'', negata dallo stesso giudice per il rischio di inquinamento delle prove.

No agli arresti domiciliari, dunque: i due ventenni dovranno ancora rimanere nel penitenziario di Mammagialla, dove sono reclusi dallo scorso 28 aprile con l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una 36enne viterbese, avvicinata in una pizzeria e poi convinta a seguirli nel pub di piazza Sallupara.

''Contrariamente al pm, titolare delle indagini, abbiamo dato parere contrario alla richiesta degli arresti domiciliari – ha spiegato l’avvocato Franco Tuarchini, rappresentante della parte civile – oltre a persistere ancora l’alto rischio di inquinamento delle prove, la donna è terrorizzata all’idea che possa essere avvicinata da qualcuno e rivivere quell’incubo. Siamo ovviamente soddisfatti che il giudice abbia fatto sue le nostre motivazioni e rigettato le loro richieste''.

''Oltre all’inquinamento delle prove – sottolinea il gip nell’ordinanza – le esigenze di misure cautelari sono motivate anche dal rischio di reiterazione del reato'': Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci ''nonostante la giovane età, hanno una personalità criminale di spessore e non hanno mutato condotta'', facendo riferimento ai precedenti fatti di cronaca che li hanno visti coinvolti.





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