ANNO 14 n° 88
Talete condannata a pagare dearsenificatore a un ristorante di Viterbo
02/10/2014 - 16:15

VITERBO - La responsabilità dell’erogazione di acqua all’arsenico è di Talete, almeno per il tribunale di Viterbo. Alla società di gestione della rete idrica locale la condanna a pagare il dearsenificatore di un ristorante di via Cardinal La Fontane e applicare una riduzione della bolletta del 50% per tutto il periodo di accertata non potabilità dell’acqua utilizzata a partire dall’emissione della sentenza.

E’ questo l’esito di un’azione legale intrapresa dal gestore di un’attività di ristoro del centro storico, a mezzo dell’avvocato Luigi Padovan. Il giudice Faggioni ha accolto la richiesta di risarcimento della signora Giuseppina Germani. La stessa aveva dovuto infatti dotarsi di impianto di dearsenificazione idoneo a risolvere le esigenze della sua attività, per un costo di 1500 euro. L’alternativa? La non apertura dell’attività, perché la Asl non le avrebbe rilasciato i permessi necessari.

 

In questi ultimi giorni il tribunale di Viterbo ha emesso almeno cinque sentenze analoghe, a favore anche di privati. L’azione legale portata avanti dal legale Padovan, che rientra in un gruppo di azioni analoghe promosse dall’associazione Fondazione, ha la particolarità di aver tirato in causa diversi soggetti: Talete, Ato 1, Regione Lazio, Provincia di Viterbo e Comune di Viterbo. Innescando di fatto uno scaricabarile tra le parti, che alla fine ha lasciato col cerino in mano la società di gestione.

In questi mesi molti, tra imprenditori e privati, hanno avviato cause analoghe. Talete può ricorrere in appello, ma il quadro che si va a delineare intorno alla società non è certo dei migliori.

L’avvocato Padovan si dichiara soddisfatto del risultato ottenuto:''E’ importante in un momento di crisi come questo che gli imprenditori viterbesi non siano gravati da spese per far fronte a problematiche che non dipendono da loro. In questi giorni mi stanno arrivando altre richieste d’intervento nella stessa direzione, sempre da imprenditori che hanno dovuto istallare impianti di dearsenificatori, talvolta molto costosi''.





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