ANNO 14 n° 89
Caso Manca: oltre 30mila contro l'archiviazione
Depositate alla procura di Roma le firme della petizione per evitare lo stop delle indagini
29/07/2017 - 06:13

VITERBO - In più di trentamila per dire No all'archiviazione del caso di Attilio Manca. Sono state depositate ieri mattina, alla procura di Roma, le 30.917 firme raccolte per evitare che la ricerca della verità sulla morte dell'urologo siciliano, ritrovato cadavere il 12 febbraio del 2004 nella sua casa a Viterbo, si fermi definitivamente.

La petizione era stata lanciata il 14 aprile scorso dai familiari sulla piattaforma Change.org. Destinatari dell'appello il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il sostituto procuratore Maria Cristina Palaia.

Tante le personalità della società civile che hanno voluto dare il loro sostegno alla causa: da Don Luigi Ciotti ai parlamentari Lumia, Fava, D’Uva, Sarti, Scopelliti, Mattiello, Di Maio, Di Battista, Civati, Bolognesi; dai personaggi del mondo dello spettacolo Jacopo Fo, Fiorella Mannoia, Luciano Ligabue, Guzzanti, ai sindaci di Palermo, Messina e Napoli passando per gli amici e colleghi viterbesi dell'urologo di Barcellona Pozzo di Gotto.

''Mi auguro davvero che le speranze di giustizia di quasi 31.000 firmatari vengano ascoltate dalla Procura di Roma'' ha detto Antonio Ingroia, avvocato della famiglia Manca, che da sempre sostiene che il giovane medico sia stato ucciso per coprire la latitanza del boss Bernardo Provenzano.

''Dopo la delusione di molti per la sentenza di Mafia Capitale - ha proseguito il difensore -, gli italiani onesti non si meritano un'altra frustrazione delle loro aspettative di giustizia. Specie in un caso in cui la mano di mafia e servizi segreti deviati appare evidente. Ed è confermata dalle recenti risultanze dell'indagine di Reggio Calabria sul sistema criminale integrato. Abbiamo bisogno di indagini serie e meticolose - ha concluso - perché le prove che quello di Attilio non sia stato un suicidio ci sono tutte''.





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