ANNO 14 n° 116
Caso Manca: ''Lei è l'unica che conosce la verità su mio figlio, collabori con noi''
23/05/2017 - 07:23

VITERBO – Angela Manca non si arrende. La madre di Attilio Manca vuole la verità sulla morte di suo figlio e lancia un appello alla moglie del boss Provenzano.

''Signora Saveria Benedetta Palazzolo, mi rivolgo a lei da madre a madre – scrive Angela su Facebook -. Lei, in qualità di moglie di Bernardo Provenzano, è l'unica persona che ci potrebbe aiutare a cristallizzare la verità sulla morte di nostro figlio. Suo marito era in procinto di parlare, ma è stato selvaggiamente picchiato e messo a tacere per sempre; quindi la esorto a continuare lei la collaborazione del marito. Lo faccia per i suoi figli, per la sua coscienza, per chi da più di un decennio aspetta un briciolo di verità''.

''Signora noi stiamo lottando con tutte le nostre forze per ridare dignità a nostro figlio – prosegue la madre di Attilio Manca -, quella dignità che hanno cercato di togliergli assieme alla vita; e proprio per questa nostra lotta continuiamo ad essere facile bersaglio da parte di esseri meschini, vili, senza dignità. Basterebbero poche parole da parte sua: Attilio Manca ha visitato mio marito Bernardo Provenzano. Le sue parole rafforzerebbero le dichiarazioni di ben quattro pentiti: Giuseppe Setola, Stefano Lo Verso, Carmelo D'Amico e Giuseppe Campo che hanno dichiarato che Attilio è stato ucciso per aver assistito Provenzano nella sua malattia''.

''Io sono fiduciosa -conclude -. Confido nel suo cuore di madre, che sicuramente comprenderà il dolore che ho per la perdita di un figlio, ma soprattutto l'impotenza di potergli rendere la giustizia che merita''.

Il giovane urologo Attilio Manca, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, è stato ritrovato cadavere il 12 febbraio 2004 nella sua casa a Viterbo. Eroina, alcool e tranquillanti, il mix letale che ne ha causato la morte. La procura di Viterbo ha da poco archiviato il caso Manca come morte per overdose condannando la spacciatrice Monica Mileti per aver venduto la dose fatale all’urologo e definendo quest’ultimo ''assuntore occasionale di droghe''. Dall’altra parte però la famiglia di Manca, convinta da sempre che la sua morte sia stata invece commissionata dal boss Provenzano per ''zittire'' Attilio dopo l’operazione chirurgica alla prostata, continua la sua battaglia per la verità.

''L’Italia ha capito che si è trattato di un delitto di Stato e che la procura di Viterbo ha coperto i veri colpevoli – aveva detto Angela Manca a Viterbonews24 dopo la chiusura del processo -. Ci auguriamo che da una farsa processuale, quella rappresentata nelle aule del tribunale di Viterbo, dove non sono state prese in considerazione nemmeno le dichiarazioni di quattro pentiti di mafia, si passi ad un vero processo. È stato aperto un fascicolo per 'omicidio volontario' presso la procura di Roma e speriamo che queste indagini vadano avanti''.

Intanto continua ad avere enorme successo la petizione voluta da Antimafiaduemila affinché si continui a ricercare la verità sulla morte dell’urologo. Appello che si rivolge proprio al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, al procuratore aggiunto Michele Prestipino e al sostituto procuratore Maria Cristina Palaia. La petizione è stata sottoscritta anche da Don Luigi Ciotti, dai deputati Lumia, Fava, D’Uva, Sarti, Scopelliti, Mattiello, dai parlamentari Di Maio, Di Battista, Civati, Bolognesi, dai personaggi del mondo dello spettacolo Jacopo Fo, Fiorella Mannoia, Luciano Ligabue, Guzzanti, dai sindaci di Palermo, Messina e Napoli e da alcuni amici e colleghi viterbesi dell’urologo.





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