ANNO 14 n° 107
Caso Manca, Ingroia: Perché nessuno ha indagato su informativa?
01/12/2014 - 13:19

VITERBO – E' stato un monologo''. Così l'ex pm di Palermo Antonio Ingroia all'uscita dal palazzo di giustizia viterbese, dove questa mattina ha sostenuto l'interrogatorio davanti al pm Renzo Petroselli.

Ingroia è indagato per calunnia nelle vesti di avvocato della famiglia di Attilio Manca, l'urologo di Barcellona Pozzo di Gotto, trovato cadavere nel febbraio 2004 nel suo appartamento con via della Grotticella, a Viterbo.

“Si tratta di un caso unico – aveva spiegato Ingroia – visto che sono stato denunciato per quanto detto durante le udienze. È la prima volta che un avvocato viene denunciato per quanto detto durante il dibattimento”. Quindi la stoccata al pm: “Per presentare una denuncia del genere bisogna essere analfabeti del diritto o in malafede. Il primo dicembre sarò interrogato dallo stesso Petroselli. Aggiungo che non è la prima volta che ricevo una denuncia del genere. Petroselli è in buona compagnia: prima di lui Contrada, Dell'Utri, Berlusconi e la famiglia di Bernardo Provenzano”.

Le dichiarazioni di Ingroia che hanno spinto la procura di Viterbo alla querela, sarebbero legate ai dubbi dell'ex pm sull'informativa secondo la quale Manca, nei giorni in cui Provenzano era a Marsiglia per curarsi, non poteva essere in Francia. “E invece – ha aggiunto Ingroia – come è stato sollevato anche da alcune trasmissioni televisive come ''Chi l'ha visto'', in quei giorni Manca non risultava presente in ospedale a Viterbo. E a dire il vero, c'è anche il mistero sulla scomparsa dai tabulati telefonici di alcune telefonate del medico ai genitori”. 

Il fascicolo, in particolare, verterebbe sulle considerazioni di Ingroia circa il verbale redatto dall’ex capo della squadra mobile di Viterbo Salvatore Gava. Nel documento, scoperto da “Chi l’ha visto”, è scritto che Manca era di turno all’ospedale Belcolle nei giorni dell’operazione di Provenzano alla prostata in Francia. Il periodo considerato va dal 22 ottobre al 4 novembre 2003. Ma dai fogli di presenza del nosocomio cittadino risulterebbe che il medico non era a lavoro né il 25, né il 26 ottobre e che il 30 aveva staccato prima del solito.

Nell’occasione Ingroia aveva parlato di “prove manomesse e falsificate”.

L'interrogatorio è durato meno di un'ora durante la quale il pm Petroselli avrebbe rivolto pochissime domande all'ex collega. ''E' stato un monologo'', ha detto Ingroia, che è tornato a ribadire come la morte del medico siciliano sia riconducibile alla trattativa Stato-mafia. Ingroia ha anche chiesto a Petroselli il motivo per cui, per quell'informativa falsa non è mai stato indagato nessuno, ma il pm non  avrebbe risposto. 





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