ANNO 14 n° 110
Caso Manca, depositata la sentenza: ''Si impone la verità sostanziale''
04/03/2014 - 00:51

VITERBO – I toni usati contro il modus operandi della Procura di Viterbo sul caso Manca sono stati sempre infuocati. Sin dal 12 febbraio 2004, all'indomani della morte di Attilio Manca, il giovane urologo siciliano trovato cadavere nel suo appartamento in via della Grotticella, a Viterbo. Approssimazione, negligenza e superficialità, nel corso di questi lunghi anni, sono stati i termini più gentili.

Perché, a dirla tutta, c’è chi pensa che nel Palazzo di Giustizia di via Falcone e Borsellino siano accadute “cose inenarrabili”, siano state compiute “indagini lacunose”. Ne sono convinti in molti, primi fra tutti gli avvocati della famiglia Manca, l’ex pm di Palermo Antonio Ingroia e Fabio Repici che, della materia mafia, sono esperti conoscitori.

Come è stato possibile far trascorrere la bellezza di dieci anni senza ricorrere ad un atto interruttivo, come chiesto fino allo sfinimento dai familiari, facendo cadere in prescrizione il reato del decesso come conseguenza di assunzione di droga? Semplice: la Procura ha sempre sostenuto la tesi dell’overdose, nonostante le molteplici e sospette circostanze in cui è avvenuta la morte del giovane urologo siciliano (v. link).

Ma, adesso, lo stesso Palazzo di Giustizia reo di “cose inenarrabili” è intenzionato ad accertare la verità. E non solo quella processuale. “Il vaglio dibattimentale si impone per l’accertamento della verità sostanziale”. Così scrive il giudice Franca Marinelli nella sentenza, depositata ieri, che fa seguito all'udienza del 3 febbraio scorso. La stessa seduta in cui ha ordinato il dissequestro degli effetti personale dell'urologo e la restituzione ai familiari, rinviando a giudizio l’unica imputata Monica Mileti, 55 anni, di Roma, per spaccio. Cioè per aver ceduto a Manca la droga che, poi, l’avrebbe ucciso.

A lasciare perplessità, in chiunque le abbia viste e, probabilmente, anche nel magistrato, hanno contribuito certamente anche quelle immagini di Attilio Manca cadavere: foto che hanno fatto il giro di giornali e social lasciando di stucco a colpo d’occhio. Foto fanno riflettere. E molto. Il cadavere pieno di escoriazioni, il naso deviato. E la lesione allo scroto. Che significano? Attilio ha subito un pestaggio? Era stato picchiato? Perché finora nessuno si è preso la briga di andare fino in fondo e fare piena luce? Finora, però, perché il 12 giugno prossimo, finalmente, si aprirà il processo.





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