ANNO 14 n° 111
L'intervento Caro Dantes, non
sono d'accordo nessuna
goliardia sull'Isis
di Francesco Mattioli
08/02/2016 - 02:01

di Francesco Mattioli*

Caro Edmond,

non mi ritengo un bacchettone e ho molti sospetti nei confronti del politically correct.

Con tutto ciò, temo che la ''goliardata'' di falsi assassini dell’Isis al corteo mascherato di Tuscania resti una manifestazione di cattivo, cattivissimo gusto su cui forse occorrerebbe stendere semplicemente un velo pietoso. Tuttavia, visto il tuo intervento di domenica, non posso non condividerti qualche riflessione.

E’ vero, nei cortei mascherati si vedono soldatini, pellirosse, cow boy, pirati e tagliagole da letteratura, che in una realtà più o meno lontana sono stati protagonisti di omicidi e violenze di vario genere. Ma l’intelligenza sta nel saper cogliere la misura delle cose all’ombra della temperie storica e culturale.

L’Isis, per noi italiani, è ancora qualcosa che ci minaccia dal di fuori, una sorta di nemico visto da dietro un vetro antiproiettile; lo conosciamo dai giornali, dalla televisione, ma non lo abbiamo visto in azione in Italia, non lo abbiamo visto insanguinare le strade di casa nostra. Per fortuna, ancora no e spero che questo privilegio duri. Ma l’Isis per moltissime persone, uomini, donne, bambini, per vecchi e giovani, significa sangue, morti, violenze inenarrabili, terrore che non sono avvenute in una lontana epoca storica, ma accadono oggi, in questo momento che sto scrivendo, e accadranno domani. Per rispetto di quelle vittime, nemmeno la goliardia e l’ ironia anticonformista di un pomeriggio di carnevale possono essere giustificate o tollerate.

Caro Edmond, ti chiedo: lo tollereresti un carro mascherato pieno di scheletriche vittime di Auschwitz, magari minacciate allegramente da aguzzini vestiti alla Wermacht? E un carro mascherato sulle vittime di femminicidio? O un carro che ricorda i disperati annegati a Lampedusa, o che muoiono in questi giorni nelle acque dell’Egeo? Anche se quei carri prendessero in giro nazisti, uxoricidi e scafisti, che ci sarebbe da ridere? Sarebbe moralismo peloso non tollerare esibizioni del genere tra un lancio di coriandoli, una musichetta allegra e una grassa risata?

I superficiali giovanotti che hanno inscenato quella mascherata sull’Isis chiedano scusa. Riparino facendosi un mesetto di aiuto volontario tra i profughi che fuggono da quegli animali che loro hanno voluto così allegramente rappresentare.

E, soprattutto, sarebbe opportuno che nessuno li assolvesse, che nessuno ridimensionasse la loro ''impresa'', soprattutto certa stampa che in tanti altri casi si è mostrata responsabile. Altro che “guasconi e grandi allievi del Conte Mascetti…''

Per rispetto dei ragazzi del Bataclan; per rispetto degli sgozzati di Mosul; per rispetto delle schiave del sesso di Raqqa. Per rispetto di Aylan, che fuggiva dall’Isis e se l’è preso il mare.

* Sociologo, professore universitario





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