ANNO 14 n° 89
Carcere a vita solo per Paolo Esposito
Confermata la sentenza di primo grado per l’elettricista; otto anni alla Ceoban
22/06/2012 - 01:44

di Alessia Serangeli

VITERBO - L’ultima pagina è scritta, le strade degli amanti diabolici di Gradoli si dividono.

Alle 13,55 di ieri la I Corte d’Assise d’Appello, dopo circa due ore e mezza di camera di consiglio, ha emesso il verdetto, confermando in pieno la sentenza di primo grado pronunciata il 13 maggio di un anno fa per Paolo Esposito; ma non per Ala Ceoban, alla quale sono stati comminati otto anni per favoreggiamento.

Ergastolo,ovvero fine pena mai, per il buon elettricista di Gradoli che, dunque, ha fatto tutto da solo, o quasi. Lui l’esecutore materiale dell’uccisione di Tatiana Ceoban e della figlia Elena; lui ad essersi sbarazzato dei cadaveri. (Mai trovati).

Il ruolo della giovane moldava è stato marginale. Lei, da sempre considerata la “mente” del duplice omicidio, ha fornito all’amante ‘soltanto’ un contributo nella realizzazione di quel piano diabolico per eliminare la sorella maggiore e la nipote. Piano ordito non da Ala – si badi - ma da Esposito, cui infatti è stata confermata anche l’aggravante della premeditazione. Così come la condanna per detenzione di materiale pedopornografico (che era spuntato fuori dal suo computer dopo gli esami irripetibili svolti all’indomani dell’arresto, il primo luglio 2009) e l’isolamento diurno per sei mesi.

Una sentenza durissima e definita “traballante” dall’avvocato Enrico Valentini che, insieme a Mario Rosati e Pierfrancesco Bruno, rappresenta il collegio difensivo.

“Non mi arrendo, andrò fino in fondo e ricorrerò al terzo grado di giudizio. Le sentenze si impugnano, non si commentano”. Il legale è categorico. “Rispetto la decisione dei giudici, ma è ovvio che non la condivido. E mi chiedo: se è stato omicidio premeditato, come mai non si trovano i corpi?”. Eppoi, “perché non sono state accolte le richieste istruttorie?”. All’uscita dal tribunale capitolino, il legale non si dà per vinto e, certo che di motivi per il ricorso in Cassazione ce siano da vendere, esprime comunque soddisfazione per il risultato ottenuto dalla giovane moldava”.

“Non solo sono molto contento per Ala, ma sono anche convinto – ha spiegato Valentini - che il ribaltamento della sentenza di primo grado costituisca uno spiraglio anche per Esposito. Mi sembra abbastanza chiaro che ci troviamo di fronte ad una sentenza piuttosto traballante. Aver riconosciuto Ala colpevole soltanto di favoreggiamento mette completamente in discussione l’intero castello accusatorio, confermato in pieno dalla Corte d’assise viterbese, ma solo in parte dall’Appello”. Circostanza che induce l’avvocato a dissentire con il non accoglimento delle istanze istruttorie. “Sarà sicuramente una delle motivazioni del ricorso”.

Soddisfazione piena è invece stata espressa dalle parti civili, rappresentate dagli avvocati Luigi Sini e Claudia Polacchi. “Siamo molto contenti”, ha commentato Sini con particolare riferimento ad Elena Nekifor, la madre di Ala e Tatiana. “Dopo tre anni si è detta finalmente sollevata”, ha riferito Sini. “Sapere che sua figlia non ha ucciso l’altra figlia l’ha rincuorata”. Il legale ha anche spiegato che, tuttavia, fino ad oggi Ala non ha voluto avere rapporti con la madre. “La Nekifor continua a scriverle lettere e telegrammi per chiederle la possibilità di un incontro, ma la figlia non le ha mai risposto. La sentenza di oggi (ieri per i lettori, ndr) per lei rappresenta una speranza per riallacciare i rapporti”.

 





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