ANNO 14 n° 109
Capitale della cultura
partenza lenta
In 50 all'incontro in sala Regia per la candidatura bis: dubbi e idee poco chiare
03/05/2016 - 11:42

VITERBO – ''Siamo sicuramente competitivi, ma non dobbiamo competere per forza'', dice l'assessore Giacomo Barelli in premessa. E in effetti, dopo la doppia sconfitta per le candidature nel 2016 e nel 2017, bisognerebbe pensarci bene prima di riprovarci. Per ora, il terzo tentativo di Viterbo capitale italiana della cultura è un po' tiepido: sui seicento inviti spediti per il primo incontro di stamani in sala Regia, i presenti sono circa 50. E la strada sembra in salita, nonostante le migliori intenzioni, specie se si ripeteranno gli errori del passato.

Le persone, per ora, sembrano essere le stesse, dal presidente della commissione che produsse il dossier di candidatura bocciato, cioè Claudio Margottini, al professor Francesco Mattioli. Che forse però si è reso conto che la mira va corretta rispetto all'ultima volta: ''Vedendo anche i progetti che hanno vinto, Mantova e Pistoia, forse non bisogna intendere la cultura come il mettere mostra i gioielli di famiglia, e dunque i beni artistici e culturali, quelli sono soltanto i prodotti della cultura. Ci sono altre cose più attuali, dall'integrazione all'ambiente. Di certo, la capitale della cultura deve essere una guida''. Difficile, se questi presupposti.

E non basterà chiedere una mano (già promessa proprio su queste colonne) a Vittorio Sgarbi, che pure si è detto disponibile a fare da testimonial all'impresa viterbese e già contestato da qualche minuscolo intellettuale locale: meglio non scomodare il Sommo Ferrarese, se questi sono i presupposti. I dubbi, del resto, aumentano anche per l'aspetto economico (''Chi mette i soldi?'', ed è curioso che l'unico a porsi la domanda è stato il presidente della Fondazione Carivit Mario Brutti: del resto, per ora al titolo non corrisponde un premio in denaro da parte del Governo) e il coinvolgimento del mondo solidale (che dal canto suo ha già partecipato, e perso, come candidato alla capitale europea del volontariato). Qualche critica mirata e sensata arriva, ma guarda un po', da Gian Maria Cervo (Quartieri dell'Arte): ''Ci vuole un progetto serio e fondato su basi trasparenti, e per il 2018 potremmo non essere pronti, meglio per il 2019''. Quando però la capitale italiana della cultura non ci sarà, visto che Matera sarà capitale europea.

Comunque, c'è tempo fino a fine maggio per arrivare ad una decisione, in un senso o nell'altro, e un altro mese per produrre la candidatura. Pensateci bene.






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