ANNO 14 n° 86
''Caffeina, ma
quando ci paghi?''
I metronotte che hanno lavorato per il Festival aspettano ancora lo stipendio
27/09/2018 - 06:41

di Antimo Verde

VITERBO - ''Caffeina, ma quando ci paghi?''. Se lo stanno chiedendo da settimane i metronotte che hanno prestato servizio durante l'ultima kermesse estiva organizzata da Filippo Rossi&co.

A quasi tre mesi dalla conclusione del festival, i ragazzi che si sono occupati della vigilanza notturna non sono stati infatti pagati dall'organizzazione. Zero, nemmeno una lira. E non si parla di grosse cifre. 600 euro netti per 12 giorni di lavoro continuativi, dalle 23 alle 8 del mattino.

Soldi che ancora non sono stati visti e ''chissà quando lo saranno'', dice amareggiato a Viterbonews24 uno dei lavoratori. ''Avevano detto che lo stipendio sarebbe stato pagato con un po' di ritardo, questo è vero, ma che entro fine agosto le somme spettanti sarebbero arrivate. Invece siamo quasi a ottobre e ancora niente. Non parliamo di migliaia di euro – sottolinea –, ma è una questione di rispetto per chi lavora. Se l'evento è riuscito è anche grazie a noi''.

Pare che dietro ai mancati pagamenti ci siano dei ritardi nell'erogazione dei contributi provinciali e regionali, questa almeno è la spiegazione ufficiale che Caffeina avrebbe dato agli operatori della vigilanza.

Resta il fatto però che il pagamento delle maestranze, da che mondo è mondo, è uno degli obblighi che deve sostenere chi fa impresa, a prescindere dai risultati che poi si ottengono. Un obbligo, morale prima ancora che contrattuale, che deve valere anche per chi opera nel settore ''culturale'' come onlus. Altrimenti, signori, si chiude baracca.

''Quello che fa rabbia è che nessuno ci ha avvisato, se non li avessimo contattati per avere spiegazioni sui ritardi se ne sarebbero fregati'', conclude il suo sfogo il ragazzo.

Per i metronotte in attesa di salario, negli ultimi giorni si è accesa a sorpresa una speranza. Come ha riportato con enfasi un giornale web locale, sono in vendita gli ori (falsi) del faraone (falso) in mostra a Palazzo dei Papi. ''Un tesoro che vale 300mila euro''. L'esposizione, come è noto, è organizzata dalla Fondazione Caffeina. Che sia un modo, alquanto originale, per rientrare nei pagamenti? Ah, saperlo.





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