ANNO 14 n° 88
Bosco di Belcolle, situazione irreparabile
Muoiono nell'indifferenza assoluta delle istituzioni oltre 400 ettari di macchia
Avrebbe potuto portare nelle casse della Regione circa 400mila euro l'anno
27/02/2015 - 02:00

VITERBO – E' ormai sull'orlo dell'irreparabile la situazione del bosco di Belcolle, oltre 400 ettari di castagno ceduo di proprietà della Asl, dal 2001 gestito dalla Regione Lazo. Le piante, senza cura dal 2007, stanno lentamente ma inesorabilmente deteriorandosi. Con danni ambientali ed economici rilevantissimi. La Regione Lazio, che durante il governatorato di Francesco Storace, ha di fatto ''espropriato'' la Asl dei terreni e di molto altro, attraverso il taglio programmato della macchia, avrebbe potuto incassare circa 400mila euro l'anno. A oggi, i mancati introiti ammontano a 3 milioni e 600mila euro. Centesimo più, centesimo meno, la somma che, aggiunta ai 10 milioni disponibili, permetterebbe di completare l'ospedale di Belcolle.

Adesso, la Regione sta tentando di piazzare, senza successo, un lotto di 25 ettari che ha raggiunto i 30 anni. Troppi. Sui Cimini, dopo i 20 anni, le piante iniziano a soffrire, si forma la cosiddetta ''cipollatura'' (un difetto del legname costituito dall'interruzione della continuità della massa legnosa in corrispondenza delle zone che delimitano gli anelli nel fusto, ndr) e, nei casi più gravi, si seccano completamente. Proprio come nel lotto in questione, dove circa un quinto delle piante è andato perduto.

Il taglio di un lotto analogo a quello che la Regione sta tentando invano di piazzare, nel 2007 fu acquistato a 400mila euro. Ora lo propone a circa 220mila, ma nessuno, almeno finora, si è fatto avanti. Se qualcuno decidesse di fare un'offerta, difficilmente potrebbe raggiungere i 170-180mila euro. Un bell'esempio di oculatezza nella gestione del patrimonio pubblico.

''Il bosco di Belcolle – spiega un ex forestale – sta morendo di giorno in giorno. Non è stato più eseguito il diradamento, indispensabile per permettere lo sviluppo delle piante. L'ideale – rileva – sarebbe diradate la macchia a 12, 16 e 20 anni. Invece, qui ci sono 7 o 8 lotti da 21 ettari che hanno raggiunto i 30 anni, quindi sono fuori epoca, e non sono stati mai diradati, come del resto i lotti più giovani''.

Ad avviso dell'ex forestale, i tagli dei lotti più vecchi, proprio a causa dell'abbandono del bosco, sarebbero da considerare ''sanitari'' e non da ''sfruttamento''. ''Quindi – sottolinea – il loro valore è ridotto almeno del 50%. Ma l'aspetto più drammatico della vicenda – conclude – è che nessuno sarà mai chiamato a rispondere dei disastri ambientale ed economico causati''.

Come detto, il bosco di Belcolle avrebbe potuto fruttare 400mila euro l'anno per 19 anni. Poi daccapo, 400mila euro per altri 19 anni. Un ciclo perpetuo che ogni ventennio avrebbe potuto fruttare 7 milioni e 600mila euro. La grande macchia che dalla sorgente di Fiescole arriva a ridosso del complesso ospedaliero di Belcolle, è divisa in 19 lotti da circa 21 ettari ciascuno. Fino al 2007, ogni anno, era messa all'asta un lotto (il castagno ceduo va abbattuto tra il 19° e il 20° anno, quando raggiunge la maturazione e il legno che se ne ricava è nelle condizioni ottimali), per di più mantenendo intatta la proprietà. Invece…

 





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