ANNO 14 n° 79
Boom di certificati di malattia: esposto del Codacons in Procura
Dall'entrata in vigore delle norme sul Green pass un aumento del 37%. L'associazione chiede chiarezza
23/10/2021 - 07:05

VITERBO - Il boom di certificati malattia presentati dai lavoratori del Lazio dal 15 ottobre – data di ingresso delle norme sul Green pass – ad oggi, finisce al vaglio delle Procure della Repubblica di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti. Il Codacons ha deciso infatti di fare chiarezza sull’abnorme crescita delle certificazioni per malattia presentate dai lavoratori, numeri che potrebbero realizzare veri e propri reati, come quello di falso ideologico e truffa aggravata.

Nel Lazio i certificati presentati lo scorso 15 ottobre, giorno di entrata in vigore delle norme sul Green Pass, sarebbero stati 9.787 contro i 7.742 del venerdì precedente, con un aumento del +26,4%, mentre il 18 ottobre, con l’avvio della prima settimana lavorativa con le nuove disposizioni, il loro numero risulterebbe pari a 19.241, con un incremento ulteriore del +11,4% rispetto al lunedì precedente. Il crescente numero di certificati presentati ogni settimana ha spinto il Codacons a dubitare della validità degli stessi.

Una crescita abnorme che fa sorgere il sospetto che molti lavoratori, non disponendo di Green pass e non volendo ricorrere al tampone, abbiano scelto di mettersi in malattia allo scopo di non recarsi al lavoro e non subire le sanzioni previste per i dipendenti pubblici e privati privi di certificazione sanitaria – spiega il Codacons – malattie con ogni probabilità inesistenti che producono un danno per le casse dell’Inps e potrebbero realizzare reati sia da parte dei lavoratori, sia dei medici che hanno firmato certificati falsi.

Per tale motivo il Codacons annuncia oggi un esposto alle Procure della Repubblica di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti, in cui si chiede di aprire indagini sul territorio in merito all’escalation di certificati per malattia presentati dai lavoratori del Lazio dal 15 ottobre ad oggi, acquisendo la relativa documentazione e verificando l’operato dei medici di base, alla luce dell’art. 479 del Codice Penale che punisce “Il pubblico ufficiale, che ricevendo o formando un atto nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente che un fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o comunque attesta falsamente fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità”.






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