ANNO 14 n° 116
Bonucci (Riccardo)
bentornato a casa
Il fratello maggiore del Leonardo bianconero ricomincia dal suo Pianoscarano
23/01/2016 - 02:01

di Tommaso Zei

VITERBO -  Bonucci e Pianoscarano è un binomio irresistibile, inevitabile, romantico. Bonucci e Pianoscarano oggi come ieri, e chissà se pure domani. Ieri, perché Leonardo – il difensore della Juventus e della Nazionale – è cresciuto qui, sul campo polveroso dell’Oliviero Bruni (anche se ancora non si chiamava così: sarebbe stato intitolato ad uno degli storici fondatori soltanto in seguito, dopo la sua scomparsa), prima di passare alle giovanili della Viterbese di Capucci. E anche Riccardo, il fratellone di cinque anni più grande, qui ha giocato, e qui è tornato la scorsa settimana, firmando ancora una volta per il club rionale, impegnato nel campionato di Prima categoria. Certi amori non finiscono, fanno giri immensi nelle viuzze e tre le fontane del quartiere più antico e fiero della città dei papi, e poi ritornano.

Bonucci, praticamente per lei è come essere tornato a casa...

''Diciamo di sì. Pianoscarano è il mio quartiere, quello dove sono cresciuto e dove ancora oggi ho gli affetti più cari. Sicuramente non un posto come un altro. Sono contento di aver preso questa scelta''.

Sembra di capire che è molto stimolato da questa nuova avventura

''Sono contento di poter riprendere a giocare dopo essermi dovuto fermare quasi inaspettatamente''.

Già, perché lei la stagione l’aveva iniziata con la maglia Fidelitas Cimini, sempre in Prima categoria ma a Soriano, e sembrava anche che questa squadra dovesse spaccare il mondo. Cosa è successo?

''Purtroppo la società ha avuto dei problemi e il giocattolo si è rotto subito. Io però sostanzialmente non mi sono mai fermato, ho continuato ad allenarmi, anche da solo. Nelle ultime settimane si erano presentate diverse occasioni per ripartire. Il Pianoscarano era una di queste. E dopo qualche contatto abbiamo trovato un accordo''.

Ha già cominciato a correre con suoi nuovi compagni?

''Martedì scorso ho sostenuto il primo allenamento''.

Quindi domani gioca. C'è pure il derby sul campo della Virtus Pilastro...

''Sono a disposizione e pronto''.

Lei entra in una rosa giovane che vive di alti e bassi e che al momento sta faticando un po’ in classifica. La società, vista la sua esperienza, le ha chiesto anche di tenere le redine del gruppo?

''Sì, l’intento è anche quello, fare un po’ da chioccia ai ragazzi più giovani con l’aiuto anche di altri veterani, come Gentili, Del Moro e De Paolis, che già conoscevo anche per fama. Al momento siamo terz’ultimi, ma penso che questa squadra abbia tutte le carte in regola per risalire e guadagnare una zona di classifica più tranquille: possiamo risollevarci''.

Il suo ruolo naturale è difensore centrale, negli ultimi anni però ha giocato un po’ in tutte le posizioni. La dobbiamo chiamare jolly?

''No. Giocherò dietro, nella mia posizione naturale. E' vero: mi è capitato anche di essere schierato in attacco, ma quella era quasi una necessità viste le condizioni fisiche. La cosa più importante però è divertirsi, ed è quello che cerco da questa nuova esperienza''.

Facciamo un passo indietro. Lei era considerato un talento purissimo, forse anche di più di suo fratello Leonardo. Lillo Puccica la lanciò nella Viterbese dei grandi, e lei segnò anche un gol all'esordio in serie C1. Sembrava un vero e proprio predestinato...

''Sì. La mia avventura nel calcio dei professionisti era partita bene. Ricordo che Puccica mi fece entrare nella prima giornata dopo un infortunio a Pollini, e ci scappò anche una rete che valse 1-1 finale con la Torres. Tutto perfetto. Poi le cose purtroppo non sono continuate ad andare così bene''.

Ci vuole spiegare?

''Qualche scelta forse affrettata e la sfortuna ci si sono messi di mezzo''.

A proposito di malasorte: 19 ottobre 2005, le dice nulla questa data?

''E' il giorno del mio primo, grave, infortunio''.

Come successe?

''Giocavo con il Civita Castellana in Interregionale (la vecchia serie D, ndr). Durante un calcio d'angolo saltai per prendere una palla di testa e, ricadendo, mi ruppi menisco e crociato''.

Un brutto colpo.

''Non è stato facile. In tutto sono stato fermo tre anni e mezzo. Inizialmente feci due operazioni, ma le cose non andarono bene nell'immediato''.

Poi?

''Mio fratello Leonardo, che al tempo era nell'Inter, mi portò a Milano e mi fece visitare del medico nerazzurro Casalini. Il dottore mi disse che ci sarebbero volute almeno altre due operazioni per rimettere a posto la situazione''.

Alla fine le cose si risolsero.

''Sì. Dall'infortunio con il tempo mi sono ripreso, il treno giusto però era passato''.

Se si guarda indietro sento di avere qualche rammarico?

''Forse. Ma non tanto per i problemi avuti al ginocchio, quanto per aver rifiutato quelle che al momento non ho saputo vedere come occasioni. Purtroppo ero molto giovane, e non ho mai avuto un procuratore che gestisse le situazioni fuori dal campo e che mi sapesse indirizzare nella scelta più giusta in quel momento''.

Il passato non si può cambiare, il presente si chiama Pianoscarano. Ha informato suo fratello dell'approdo in rossoblu?

''Sì. E' al corrente. Ci sentiamo spesso e anche lui si è detto felice per questa mia scelta''.

Verrà a vederla durante la stagione?

''Lo ha sempre fatto, almeno una volta all'anno, in tutte le squadre dove ho giocato nelle ultime stagioni. Mi ha detto che, impegni permettendo, lo farà anche quest'anno. Vedremo''.

Ma è vero che con Leonardo alla Juventus avete cambiato fede calcistica in una casa da sempre interista?

''Sicuramente guardiamo le partite della Juve sotto un'altra ottica oggi. Anche se a casa nasciamo tuti nerazzurri''.







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