ANNO 14 n° 89
Talete, Bonori: ''Sarà il bilancio della verità''
Oggi il Cda della società approva
il documento contabile
30/06/2015 - 00:02

VITERBO – Non può far scaturire l'acqua dalla roccia come Mosè, ma gli tocca lo stesso l’ingrato compito di far uscire l’acqua dai rubinetti in due terzi delle case della Tuscia. Un compito che si fa di giorno in giorno più complicato fino a diventare proibitivo se le voci che vorrebbero la Talete indebitata fino al collo fossero confermate. E probabilmente lo saranno. Una cosa è infatti certa, la situazione, così come rilevata dalla due diligence oscilla tra il drammatico e il tragico. E oggi sarà messa nero su bianco dal Cda del gestore del servizio idrico che, salvo sorprese dell’ultima ora, dovrebbe approvare il bilancio.

Qual è la situazione dei conti?

''Non rispondo nemmeno sotto tortura. Dico solo che oggi il Consiglio d’amministrazione approverà il bilancio e che subito dopo lo comunicheremo ai comuni soci. Ed è proprio per correttezza verso i soci che non posso anticipare nulla''. Così Stefano Bonori, presidente della Talete, asserragliato nel ''fortino'' di via Gargana, intento a mettere a punto gli ultimi dettagli del documento.

Sarà un bilancio di lacrime e sangue come si sente dire?

''Sarà un bilancio di verità. Da domani i soci e i cittadini sapranno qual è la reale situazione di Talete. Che peraltro è ciò chi i comuni stanno chiedendo da tempo. Posso anticipare solo che la vicenda è seria''.

Che fine ha fatto l’ultimatum della Regione ai comuni che non hanno ancora ceduto il servizio a Talete? Saranno commissariati o potranno continuare a fare come meglio credono?

''Da quel che mi risulta, la lettera che annunciava il commissariamento per i comuni inadempienti non ha avuto seguito. Tuttavia, il decreto 'Sblocca Italia' del governo Renzi obbliga le regioni a stabilire, entro il prossimo 30 settembre, se istituire un solo ambito territoriale ottimale, che nel Lazio sarebbe l’Ato 1, e quindi assegnare la gestione del servizio idrico al principale gestore, cioè Acea, oppure lasciare i sub ambiti, è quindi mantenere in vita Talete. Se la Regione non dovesse decidere entro i termini stabilito, il governo dovrebbe nominare un commissario ad acta''.

Quindi, Talete potrebbe avere un futuro?

''Sì, ed è ciò che personalmente auspico. Un futuro basato su dati di bilancio reali e su una politica delle tariffe che permetta alla società di svolgere il proprio ruolo senza salassare gli utenti''.

Già, le tariffe: l’Aeeg (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico) impone il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario attraverso le bollette. Questo non rischia di far finire i costi per i cittadini fuori controllo?

''Dobbiamo intenderci: se Talete, come gli impongono le norme vigenti, dovrà coprire tutti i costi del servizio con le bollette, le tariffe non potranno che aumentare. Anche perché il prossimo anno dovremo far fronte alla gestione dei dearsenificatori, che per il 2014 sono a carico della Regione. Si tratta di una cifra notevole, circa sei milioni di euro. Poi dovremo mettere mano alla grande partita della depurazione, i cui costi saranno inevitabilmente elevati''.

Si annunciano tempi da durissimi, quindi?

''Una via d’uscita ci sarebbe: la Regione Lazio dovrebbe continuare a farsi carico della gestione dei dearsenificatori; stanziare dei fondi per la depurazione delle acque o degli interventi strutturali d’interesse generale. Così Talete e le altre società di gestione che dovessero sopravvivere potrebbero contenere le tariffe entro limiti accettabili''.

C’è una corrente di pensiero che sostiene il superamento di Talete e il passaggio a una gestione consorziale del servizio idrico. La ritiene una strada percorribile?

''Non cambierebbe assolutamente nulla, poiché l’ipotetico consorzio dovrebbe comunque rispettare le indicazioni dell’Aeeg. E se il consorzio dovesse fare tutto da solo, si troverebbe nell’identica situazione. Ripeto, l’unica via d’uscita e che la Regione, anche attraverso i fondi dell’Unione europea, finanzi i grandi investimenti, sgravando il costo dal bilancio del gestore e quindi dalle bollette dei cittadini''.

 





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