ANNO 14 n° 88
''Bio ergo sum'' per salvare
e valorizzare la biodiversitą
Il progetto presentato questa mattina presso la Camera di commercio di Viterbo
13/11/2018 - 15:22

di Annamaria Lupi

VITERBO – Salvare e valorizzare prodotti locali a rischio di estinzione. E' l'obiettivo del progetto “Bio ergo sum”, vincitore di un bando Arsial, che vede la sinergia tra l'istituto 'Fratelli Agosti ' di Bagnoregio indirizzo agrario (nel ruolo di capofila) e quello alberghiero 'A. Farnese' di Caprarola, due eccellenze nel panorama scolastico della Tuscia e non solo nei rispettivi ambiti, e la collaborazione con Slow food.

Il progetto vedrà coinvolti gli studenti dei due istituti in un percorso di formazione e sensibilizzazione alle tematiche delle biodiversità vegetali e animali sotto l'aspetto agricolo ma anche relativamente all'utilizzo di tali prodotti nella cucina tradizionale e moderna.

“Bio ergo sum”, presentato stamani presso la Camera di commercio di Viterbo, per il segretario generale Francesco Monzillo è “un importante progetto soprattutto in un territorio come la Tuscia particolarmente ricco di varietà. Una ricchezza da salvaguardare e valorizzare, pensando alle colture anche dal punto di vista reddituale, mettendo a rete il patrimonio delle biodiversità per implementare un turismo gastronomico ed esperenziale”.

Il progetto vede il coinvolgimento anche di dieci aziende con il sistema di alternanza scuola-lavoro. Dieci infatti sono i prodotti attualmente individuati: aglio rosso di Proceno, fagiolo giallo, fagiolo del Purgatorio, fagiolo verdolino, lenticchia di Onano, pomodoro scatolone di Bolsena, ciliegia di Celleno, Greco bianco, vite Aleatico e Carne maremmana.

Paola Adami, preside dell'Agrario di Bagnoregio, ha ribadito che “occorre tenere presente anche l'aspetto turistico del progetto. Abbiamo ricevuto richieste anche di lavorare nei campi che potrebbe favorire anche uno scambio con studenti stranieri”.

Di cultura dell'alimentazione e di arte culinaria ha parlato la preside dell'Alberghiero di Caprarola Andreina Ottaviani. “Con questo progetto partiamo dai prodotti della biodiversità per trasformali perché, al di là di quello che si vede in televisione, non si diventa chef per caso. Oltre alla vocazione serve lo studio. La simbiosi tra il nostro istituto e l'Agrario darà vita a un ricettario che unirà le specificità dei due indirizzi di studio”.

Ricettario che sarà pubblicizzato da Slow food.

“La scelta industriale ha impoverito il patrimonio di biodiversità del territorio, anche a livello nazionale. - ha rimarcato Alberto Valentini di Slow food Viterbo – Sostenere l'agricoltura biologica, oltre a conservare prodotti che stanno sparendo, potrebbe aiutarci a contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici”.

Anche Stefano Paoletti, responsabile territoriale Arsial per la biodiversità, ha evidenziato come spesso le risorse locali non corrispondano alle esigenze del mercato. Per questo “il connubio tra Agrario e Alberghiero è importante. Uno si occuperà di elaborare delle schede tecniche dei prodotti, l'altro dell'aspetto di valorizzazione di tali prodotti in cucina”.

Presente all'incontro anche il vice sindaco di Bagnoregio Luca Profili che ha ricordato come, dopo aver ottenuto anche l'indirizzo enologico, “da quest'anno presso l'istituto agrario partirà anche un progetto di verde pubblico”. Ha poi comunicato che, grazie al Mibact dopo la presentazione ieri a Berlino, da lunedì sarà pubblicizzato un video voluto dalla Farnesina su Civita e sul suo cibo e il 28 dicembre la cucina di Civita sarà protagonista anche di una puntata nella trasmissione Geo sulla Rai.

Operativamente il progetto “Bio ergo sum” si articolerà in quattro giornate divulgative oltre a un laboratorio finalizzato alla creazione di un itinerario agro-turistico ed enogastronomico.

L'Unitus, tramite il professore Simone Severini del Dafne – dipartimento che ha vinto un progetto Miur proprio sulla biodiversità -, ha espresso la propria disponibilità al progetto sia relativamente agli aspetti ambientali che alle strategie di resilienza dal punto di vista economico”.






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