ANNO 14 n° 111
Beve acqua minerale da una bottiglia, ragazza finisce a Belcolle
Sospetta ingestione di caustici
23/02/2012 - 04:00

di Flavia Ludovisi

VITERBO – Apre una bottiglia d’acqua minerale acquistata in un supermercato, beve e finisce all’ospedale intossicata. L’episodio risale al 5 dicembre 2011 quando una 19enne residente in provincia di Viterbo ha rischiato la vita per aver compiuto il gesto più naturale di tutti: dissetarsi.

La giovane aveva acquistato una confezione da sei bottiglie ed era tornata a casa, ne aveva stappato una e dopo i primi sorsi aveva iniziato a lamentare forti dolori alla gola. Fortuna ha voluto che in quel momento ci fosse il padre, il quale, essendo volontario della Croce Rossa, era preparato all’emergenza d’avvelenamento e ha subito fatto ingerire alla figlia il latte per limitare i danni.

Poi la ragazza è stata trasportata al pronto soccorso di Belcolle dove, contattato il centro antiveleni di Pavia, è stata sottoposta alle analisi e i controlli necessari a determinare la causa dei dolori lancinanti alla gola e all’addome. Diagnosi: ''sospetta ingestione di caustici, pirosi gastrica''.

La bottiglia ''contaminata'' è stata subito sequestrata e le indagini, ancora in corso, hanno evidenziato un foro sospetto nella parte superiore dal quale è stata probabilmente inserita la sostanza caustica.

Dimessa dall’ospedale dopo tre giorni, però, i problemi di salute per la ragazza continuano tuttora. Ancora oggi, a distanza, di tre mesi, ha difficoltà di deglutizione e continue eruzioni cutanee sospette che, come confermato da una clinica dermatologica romana, sono dovute all’acqua avvelenata ingerita.

La natura della sostanza però non è chiara, i Nas, infatti, la stanno ancora analizzando. Ma il giallo non finisce qui. Dopo aver sequestrato e analizzato, tutte le bottiglie d’acqua all’interno del supermercato, comprese le altre cinque acquistate dalla ragazza, i risultati hanno esito negativo. L’acqua contenuta è nella norma, non presentano fori e il contenuto non contaminato.

La famiglia della giovane è assistita dall’avvocato Roberto Rossi.

“La situazione è complicata – spiega il legale – ci sono ancora troppi tasselli mancanti per avere il quadro completo, soprattutto a livello giuridico. Per il momento siamo in attesa dei risultati dei Nas e delle cartelle cliniche della ragazza che, ad oggi, non sta ancora bene.

Non siamo ancora in grado di escludere alcuna pista anche se quella dolosa, a questo punto, è la più probabile dal momento che tutte le altre bottiglie analizzate sono pulite. E considerando poi i controlli severi cui sono sottoposte le confezioni d’acqua sarebbe improbabile una responsabilità della ditta. E anche la responsabilità del supermercato, poi, è relativa dato che l’acqua è stata ingerita a casa della ragazza. Le telecamere del locale, inoltre, non hanno ripreso niente’’.

“Sulla base di questi elementi – conclude l’avvocato Rossi - si prospetta una tutela difficile, soprattutto per il risarcimento. Per ora aspettiamo i risultati dei Nas per dare almeno un nome a questa sostanza tossica”.






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