ANNO 14 n° 110
Banca di Viterbo: il 2018 anno di novitą
Adesione alla Banca Centrale e fusione con la Bcc di Ronciglione: cosa cambia
09/12/2017 - 07:26

VITERBO – (mdl) Il 2018 si preannuncia come un anno di grandi cambiamenti per il Credito cooperativo . Viterbo e la Tuscia non fanno eccezioni. E’ la riforma che lo chiede. Nei prossimi mesi la Banca di Viterbo credito cooperativo, in particolare, entrerà a far parte del costituendo Gruppo di Cassa Centrale.

La legge, datata 2016, obbliga infatti le Bcc a partecipare a uno dei Gruppi Bancari Cooperativi che si vanno costituendo per conservare la propria forma giuridica di attività bancaria. Partecipazione che è diversa dalla fusione perché nel primo caso le Bcc mantengono la loro autonomia, nell’altro no.

“Il Gruppo Bancario Cooperativo – spiega Caporossi - è un unicum nel panorama bancario nazionale ed europeo. La sua peculiarità è data dalla struttura composita: c’è una capogruppo in forma di banca spa e le Bcc che si affiliano a lei attraverso un contratto di coesione e l’adozione delle necessarie norme statutarie”.

Che cosa significa concretamente?

“La nuova figura giuridica, che è una società per azioni, potrà andare sul mercato e finanziarsi. Possibilità preclusa alle Bcc in quanto cooperative – afferma Massimo Caporossi - Il legislatore ha voluto così coniugare efficienza e competitività e soprattutto la possibilità di accesso ai mercati di capitale. Le banche di credito cooperativo mantengono la loro autonomia e restano quindi a mutualità prevalente”.

In Italia i Gruppi Bancari Cooperativi che si andranno a costituire nei prossimi mesi sono due: il Gruppo di Cassa Centrale e l’Iccrea. La Banca di Viterbo ha aderito al primo, perché?

“Volendo racchiude in un concetto la scelta di aderire al Gruppo trentino –rivela il direttore generale – si può senza dubbio evidenziare che questo gruppo è in grado di offrire maggiori garanzie ai soci, al territorio e ai dipendenti. Il Gruppo di Cassa Centrale, per dimensioni, si va a collocare tra i primi 7-8 gruppi bancari italiani”.

Il gruppo costituendo sarà riconosciuto ufficialmente nell’estate 2018, nel frattempo la Banca di Viterbo ha già aderito (si tratta di una adesione vincolante) con la sottoscrizione di una quota di partecipazione al capitale sociale.

Che cosa cambierà per gli utenti?

“Includendo le società di servizi che attualmente sono parte del network di Cassa Centrale e che già oggi svolgono importanti servizi per le Bcc, il costituendo Gruppo Bancario Cooperativo – dice Massimo Caporossi - è in grado di garantire una situazione di solidità patrimoniale notevole (Cet 1 Raio sopra al 20%) e un tasso di copertura dei crediti deteriorati notevolmente superiore alla media dei principali gruppi bancari (oltre il 70%). Il progetto di Cassa Centrale Banca inoltre sintetizza una visione strategica che mette al centro di tutto le singole Bcc, garantendo equilibrio tra poteri di indirizzo e controllo e l’autonomia delle singole banche, tutela l’identità storica e culturale delle singole Bcc, nonché tipicizza ancora di più il loro ruolo di banche del territorio, attraverso una serie di prodotti e servizi in linea con le aspettative del mercato di riferimento, promuovendone nello stesso tempo la redditività e l’efficacia”.

E per quanto riguarda il rapporto con il territorio?

“La singola Bcc e quindi anche la nostra Banca di Viterbo – spiega il direttore generale – sarà poi libera di continuare a sviluppare il proprio rapporto con i soci e le comunità locali dove essa è presente. Siamo certi e consapevoli che la scelta di aderire al gruppo trentino permetterà alle banche virtuose come la nostra di continuare in un percorso di crescita, anzi con nuove e maggiori prospettive rispetto al passato, mantenendo quindi una nostra centralità nel contesto locale”.

Conoscendo bene il valore che ogni Bcc, porta al progetto di gruppo grazie alla conoscenza del cliente, dell’economia locale, l’importanza della vicinanza e del presidio capillare, la Cassa Centrale istituirà un polo territoriale anche nel Lazio in cui parteciperanno le 7 banche che hanno aderito, realtà che non si sovrappongono.

“Riteniamo come Banca di Viterbo – continua Caporossi – di avere un ruolo importante nella definizione dell’assetto organizzativo di questo polo territoriale, senza correre il rischio di una serie di sovrapposizioni di sportelli con le altre consorelle che avremmo avuto, senza dubbio, se si fosse confluiti nell’altro gruppo, quello di Iccrea Banca, trovandoci poi davanti a scelte molto difficili anche dal punto di vista dell’occupazione e della crescita”.

Tra le 7 consorelle c'è anche la Banca del Credito cooperativo di Ronciglione e Barbarano Romano rispetto alla quale da qualche tempo di parla di una fusione con la Banca di Viterbo. Lo conferma?

“Entro il 2018 si concretizzerà questa fusione per incorporazione che sarà operativa da gennaio 2019. Avremo spazio – conclude Massimo Caporossi – per crescere nelle aree di più vasta competenza territoriale in cui oggi non siamo presenti”.






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