ANNO 14 n° 88
Azioni svalutate, arrivano le prime
decisioni per risparmiatori beffati
L'Arbitro riconosce i risarcimenti, scattano i ricorsi anche in tribunale
12/11/2018 - 06:45

di Monica Di Lecce

VITERBO - Beffati dall’investimento proposto dalla banca di fiducia, numerosi risparmiatori, anche della Tuscia, si ritrovano con delle azioni che valgano un ''pugno di mosche''. Così in diversi si sono rivolti all’avvocato per ottenere il risarcimento e proprio in queste settimane stanno arrivando le prime pronunce favorevoli ai risparmiatori. La banca in questione è la Cassa di risparmio di Orvieto che nella Tuscia conta 7 filiali (due a Viterbo, una a Bolsena, Castiglione in Teverina, Civita Castellana, Soriano e Vignanello).

La CariOrvieto si è fatta intermediatrice nella vendita delle azioni che la Banca Popolare di Bari – la propria capogruppo – ha immesso sul mercato negli scorsi anni. Le azioni, non quotate in Borsa il cui prezzo veniva fissato dall’assemblea dei soci, nel corso degli anni hanno subito una brusca svalutazione.

Ora i risparmiatori si sentono beffati. A Orvieto e nel Ternano in molti si sono rivolti all’avvocato viterbese Leonardo Di Russo che opera anche per conto dell’Unione nazionale consumatori Umbria. Il legale ha proposto ricorso all’Arbitro per le controversie finanziarie, organismo creato lo scorso anno dalla Consob, sostenendo che la Cassa di Risparmio di Orvieto non avrebbe adempiuto pienamente all’obbligo informativo come intermediario sia nella fase di consulenza che, una volta acquistate le azioni, nella fase successiva non avendo ''aggiornato'' il risparmiatore sul mutato grado di rischio del prodotto.

Una tesi accolta dall’Arbitro che ''ha riconosciuto – spiega l'avvocato Leonardo Di Russo – ai risparmiatori il risarcimento pari alla differenza tra il prezzo d’acquisto originario e il valore attuale. L’Arbitro ha anche riconosciuto una inadeguatezza dei prodotti intermediati rispetto al grado di rischio del risparmiatore''.

Il ricorso davanti all’arbitro è più snello e meno oneroso di una causa civile ma la decisione non è vincolante per la banca, comportando in caso di trasgressione solo una sanzione ''reputazionale''. La Cassa di Risparmio di Orvieto pertanto non ha pagato ma ha scritto sulla home del suo sito che non ha adempiuto. Ecco perché, nonostante le sentenze favorevoli dell’Arbitro, diversi risparmiatori stanno intraprendendo la strada giudizio ordinario in sede civile. ''Sono già numerosi – rivela l’avvocato Di Russo – i ricorsi depositati al tribunale di Terni''.






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