ANNO 14 n° 110
Ascenzi: ''Il Corso, il mio luogo del cuore per vedere la Macchina''
Le migliorie dovrebbero riguardare la parte scenografica.
3 settembre: l'ideatore di Gloria per ora punta sulla sorpresa
20/08/2018 - 06:53

di Annamaria Lupi

VITERBO – Un legame indissolubile con la Macchina di Santa Rosa. E' quello che permea la vita di Raffaele Ascenzi, prima 20 anni come facchino poi altri 10 che lo vedono ideatore di ben due 'campanili che camminano': Ali di luce (2003-2007) e l'attuale Gloria giunta al quarto trasporto.

Nella scorsa edizione aveva preannunciato per quest'anno l'intenzione di apportare ulteriori modifiche alla sua creatura, quali saranno? Ascenzi non le svela, anche se il suo carattere entusiasta lo porterebbe a parlarne molto volentieri. Ma il costruttore Vincenzo Fiorillo, che lo conosce bene, gli ha 'imposto' il silenzio stampa perché il contenuto delle migliorie deve essere una sorpresa da rivelare a tempo debito.

“La squadra è al lavoro per rendere la macchina migliore però aspettiamo di svelare le modifiche un pochino più avanti” si limita a dichiarare il 'padre' di Gloria. L'unica cosa che si riesce a sapere è che riguarderanno l'aspetto scenografico più che quello tecnico. “Un po' di suspense non fa male alla nostra tradizione” sottolinea.

Tradizione è un termine che ricorre spesso nella chiacchierata con Raffaele Ascenzi. Torna infatti in maniera prepotente anche in riferimento alla riduzione delle tribune e alla gestione mediatica dell'evento.

“Spesso – rivela - mi sono trovato in controtendenza rispetto a come negli ultimi anni veniva gestito il Trasporto soprattutto dal punto di vista mediatico perché mi piace il fatto che ci siano meno tribune e le piazze siano a disposizione dei viterbesi e dei turisti che vorranno venire a vedere la Macchina”.

“Io sono molto legato alla tradizione, al passato. E Gloria ne è un esempio. Perché dopo la mia prima opera, Ali di luce, che guardava il futuro tenendo un piede ben saldo nella tradizione con innovazioni come le aperture su tutti i 30 metri della Macchina, delle strutture portanti proprio delle allegorie con le ali che riuscivano a muoversi, con Gloria invece ho guardato esclusivamente indietro nella tradizione e la tradizione voleva appunto le piazze libere a disposizione dei fedeli. Perciò l'aver tolto le tribune mi trova assolutamente d'accordo. Paradossalmente, io sarei anche intenzionato a far togliere i maxi schermi. So che dietro ci sono delle professionalità importanti, sia i tecnici che li realizzano sia tutto l'apparato che si muove attorno alla diretta televisiva però, per me, la Macchina di Santa Rosa è l'attesa del passaggio della luce che dovrebbe svolgersi nel più completo silenzio, in un clima più mistico”.

Al di là dei 30 anni trascorsi sul percorso del Trasporto, come viterbese Ascenzi ha un luogo del cuore che indica come il più suggestivo da cui assistere al passaggio della Macchina. Che evoca ed è strettamente legato ai suoi ricordi di infanzia.

“Corso Italia è il posto più affascinante secondo me. Anche se è negato alla maggior parte delle persone perché i posti sono distribuiti in numero maggiore nelle piazze e nelle vie più larghe. Ma il passaggio della Macchina al Corso è una cosa che mi riempe il cuore, che mi dà emozione e mi ricorda uno dei primi trasporti a cui ho assistito. Io vidi il Volo d'Angeli da una finestrella sul Corso e quella fu un'impressione che ancora tengo in mente in maniera molto salda. Mi ricordo che c'era anche mio padre sotto a trasportarla e quella fu un'assoluta emozione per me bambino. Forse sono rimasto legato a quel luogo anche per questo motivo”.

Una scelta dettata dalle emozioni ma non scevra anche da motivazioni più pragmatiche. “Il Corso è la parte più interessante del tragitto e mi piacerebbe fare come a Siena dove esiste una complessa macchina organizzativa che riesce ad affittare gli appartamenti che affacciano su piazza del Campo a prezzi anche molto vantaggiosi per i proprietari. Invece qui vedo spesso balconi che restano chiusi mentre questa sarebbe l'opportunità di lanciarsi verso il turismo affittando le proprie abitazioni, non lasciandole chiuse il 3 settembre”.

E accoglie favorevolmente il ritorno al percorso abituale. “Mi ha emozionato moltissimo vedere Gloria, dopo 50 anni, arrivare in piazza dei Caduti ma la tradizione vuole che il tracciato sia quello che faremo quest'anno”.

Tradizione e spiritualità. Così Raffaele Ascenzi interpreta il Trasporto. “Le componenti essenziali sono i facchini, la Macchina, Viterbo, il 3 settembre. Quattro elementi che fanno del 3 settembre un accadimento da sempre speciale e che viene ricordato per sempre dalle persone che lo vedono anche per una sola volta nella loro vita”.






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