ANNO 14 n° 116
Art Bonus, pochi mecenate nella Tuscia
Raccolti solamente 19 mila euro per finanziare tre interventi
29/05/2018 - 07:10

VITERBO - La tutela delle bellezze artistiche e culturali in un Paese ricco di storia come l'Italia dovrebbe essere ormai qualcosa di scontato. Purtroppo però, in anni di crisi come quelli che stiamo vivendo, recepire fondi pubblici è impresa assai ardua per tutti.

Grazie ad inizitiave come Art Bonus però, davvero tutti possono ''prendersi a cuore'' con donazioni dirette un monumento, un palazzo o una attività di grande rilevanza culturale. Il tutto, tra l'altro, ottenendo importanti sgravi fiscali per il cittadino che decide di contribuire.

Il progetto, partito nel 2014, ha raccolto 200 milioni di euro in tutta Italia ma, come ha evidenziato il Sole24ore che ha fatto i conti in tasca al programma, con enormi differenze tra le varie regioni. Nonostante la presenza di Roma, il Lazio ha raccolto solamente 8,4 milioni di euro, ovvero circa il 10% di quanto incassato dalla Lombardia.

Sotto questo aspetto quindi, la situazione delle province non è quindi idilliaca: male Latina (6 mila euro donati) e malissimo Frosinone con soli 725 euro a fronte degli 80mila circa richiesti dagli interventi. Ma anche nella città dei papi le erogazioni ricevute non incidono: i tre interventi inseriti in Art Bonus (la manutenzione straordinaria di Palazzo Doria Pamphilj a San Martino al Cimino; il restauro delle ex scuderie papali a piazza Sallupara a Viterbo e il Festival dei Quartieri dell'Arte) hanno ottenuto la modica cifra complessiva di 19mila euro. Fondi, peraltro, raccolti interamente dal Palazzo Doria Pamphilj.

''Senza dubbio, il nostro è un territorio dove mancano i grandi investitori - ha commentato l'assessore Sonia Perà -. Se confrontiamo la differenza di risultati tra regioni è chiaro che il Lazio non dispone della stessa ricchezza di quelle del nord Italia. Per quanto riguarda i progetti, il restauro di Palazzo Doria Pamphilj è stato seguito direttamente dalla Regione e non dal Comune di Viterbo, ma ritengo che probabilmente ci sarebbe stato bisogno di seguire un modello simile a quello sviluppato per le reti d'impresa, coinvolgendo maggiormente i vari enti sul territorio e puntando su una maggiore diffusione a livello comunicativo dell'iniziativa''.






Facebook Twitter Rss