Riceviamo e pubblichiamo
Il grave danno e disagio dell’arsenico nel viterbese sta diventando davvero un problema non più rinviabile dagli amministratori pubblici in primo luogo della Regione Lazio.
Lo hanno affermato ad aprile con un comunicato stampa anche i consiglieri regionali Valentini, Panunzi e l’assessore Refrigeri aveva addirittura ipotizzato che l’ultimazione dei lavori per un primo intervento con i potabilizzatori sarebbe avvenuto entro il 30 giugno 2013.
L’assurdità in questa situazione è che oltre a non avere acqua per l’uso alimentare, oltre ad essere soggetti a file per l’approvvigionamento alle famose fontanelle, oltre a dover comunque pagare le bollette, nonostante tutto, adesso arriva l’altra notizia che dal 1° luglio i rubinetti verranno chiusi in base al decreto legge del 2001, decreto che ha portato la Regione Lazio ad intimare le ASL ad eseguirne i dettami senza colpo ferire. Comprendiamo il sindaco di Corchiano al quale è stata notificata una multa, ad opporsi pubblicamente alla sanzione, ed a ribadire che l’acqua è un bene comune che non può essere sottratto ai cittadini, pur se la questione viterbese dell’arsenico presenta veri rischi per la salute per chi supera i 20 microgrammi per litro. Ma è altrettanto vero che chiudere definitivamente i rubinetti apre un altro pericolo quale quello delle epidemie, come dichiara l’Istituto superiore di sanità, più volte citato.
E’ vero che l’UE ci ha concesso la deroga per provvedere ad eliminare il problema fino al 31 dicembre 2013, è anche vero che la Regione Lazio, si è trovata un bilancio privo di risorse visto che la precedente Giunta Polverini ha utilizzato quei fondi per la depurazione, e non per l’arsenico come era invece specificato. Non ha però riflettuto e non ha considerato le difficoltà e gli eventuali danni che sarebbero ricaduti sui cittadini, che continuano a chiedersi, dove sono finiti i soldi.
Anche la società Talete che gestisce il servizio idrico, e riscuote le bollette, dovrà rispondere agli abitanti di quei comuni per i quali avrebbe dovuto garantire l’erogazione di acqua per uso alimentare.
Ma Talete, ha già dichiarato, che non ha risorse sufficienti per poter far fronte a tali costi per i quali avrebbe in realtà dovuto provvedere la Regione Lazio.
Tra il palleggiamento delle responsabilità e di chi doveva metterci i soldi, alla fine chi ci rimette in tutto ciò sono sempre gli stessi personaggi tristemente noti.
Segretario generale Cgil Viterbo
Miranda Perinelli