ANNO 14 n° 110
Arsenico - ''Problema
non pił rinviabile''
Interviene il segretario generale della Cgil Miranda Perinelli
25/06/2013 - 11:12

 Riceviamo e pubblichiamo

Il grave danno e disagio dell’arsenico nel viterbese sta diventando davvero un problema non più rinviabile dagli amministratori pubblici in primo luogo  della Regione Lazio. 

Lo hanno affermato ad aprile con un comunicato stampa anche i consiglieri regionali Valentini, Panunzi e l’assessore Refrigeri aveva addirittura  ipotizzato che l’ultimazione dei lavori per un primo intervento con i potabilizzatori sarebbe avvenuto entro il 30 giugno 2013. 

L’assurdità in questa situazione è che oltre a non avere acqua  per l’uso alimentare, oltre ad essere soggetti a file per l’approvvigionamento alle famose fontanelle,  oltre a  dover comunque pagare le bollette, nonostante tutto,  adesso arriva l’altra notizia che dal 1° luglio i rubinetti verranno chiusi in base al decreto legge  del 2001,  decreto che ha portato la Regione Lazio ad intimare le ASL ad eseguirne i dettami senza colpo ferire.     Comprendiamo     il sindaco di Corchiano   al quale è stata notificata una multa,   ad opporsi pubblicamente alla sanzione, ed a ribadire che l’acqua è un bene comune che non può essere sottratto ai cittadini, pur se la questione viterbese dell’arsenico presenta veri rischi per la salute per chi supera i 20 microgrammi per litro. Ma è altrettanto vero che chiudere definitivamente i rubinetti apre un altro  pericolo quale quello delle epidemie, come dichiara l’Istituto superiore di sanità, più volte citato.

E’ vero che l’UE ci ha concesso la deroga per provvedere ad eliminare il problema fino al 31 dicembre 2013,  è anche  vero che la Regione Lazio,  si è trovata un bilancio privo di risorse visto che la precedente Giunta Polverini ha utilizzato quei fondi per la depurazione, e non per l’arsenico come era invece specificato.   Non ha però riflettuto e non ha considerato le difficoltà e gli eventuali danni che  sarebbero ricaduti sui cittadini,  che  continuano a   chiedersi,    dove sono finiti i soldi.   

Anche la società  Talete che gestisce il servizio idrico, e riscuote le bollette,   dovrà rispondere  agli abitanti di quei comuni per i quali avrebbe dovuto garantire l’erogazione di acqua  per uso alimentare.  

Ma Talete, ha già dichiarato, che  non ha   risorse sufficienti per poter far fronte a tali costi  per i quali avrebbe in realtà dovuto provvedere la Regione Lazio.    

Tra il palleggiamento delle responsabilità e di chi doveva metterci i soldi, alla fine   chi ci rimette in tutto ciò sono sempre gli stessi personaggi  tristemente noti.  

 

Segretario generale Cgil Viterbo     

Miranda Perinelli  






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