ANNO 14 n° 109
Arriva il sub presidente a Palazzo Gentili
Alle 8,30 inizia lo scrutinio dei voti, ma colui che risulterà eletto non sa ancora
quali e quante competenze gli saranno delegate dalla Regione, forse nessuna
04/05/2015 - 00:00

VITERBO - La costruzione e la manutenzione delle strade provinciali e, con l'accordo dei sindaci del territorio, la gestione delle scuole di secondo grado: ad oggi sono tutte qui le funzioni del sub presidente della sub provincia di Viterbo che uscirà questa mattina dalle urne in cui hanno depositato il loro voto i grandi elettori. Cioè i 629 dei 720 sindaci e consiglieri comunali della Tuscia che ieri hanno partecipato alle elezioni di secondo grado dell'ente di secondo grado.

Se nel segreto dell'urna i consiglieri e i sindaci Pd non gli hanno riservato un tiro mancino, tipo quello dei 101 che impallinarono Romano Prodi sulla via del Quirinale, prima di mezzogiorno, Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia, Pd di osservanza Sposettian-Parroncinian-Panunziana, in una parola gli ex Pci, sarà proclamato primo sub presidente della sub Provincia di Viterbo. Ma Mazzola, o chiunque dovesse essere eletto, non sa ancora quali competenze gli saranno delegate dalla Regione Lazio. Anche se c’è chi è pronto a giurare che il governatore del Lazio Nicola Zingaretti non mollerà nemmeno un millimetro dei suoi poteri.

I maligni vogliono che, davanti alla lista delle possibili competenze da devolvere alle sub province del Lazio Zingaretti avrebbe risposto, in modo piuttosto colorato, picche.

Solo pensare che un governatore, di qualunque colore sia, rinunci a cuor leggero all’edilizia pubblica (cioè il controllo delle Ater), i rifiuti, i trasporti, l’acqua, l’assistenza, i parchi, i consorzi, le agenzie e via dicendo, è una pia illusione. Si tratta, infatti, di distribuire presidenze, posti nei consigli di amministrazione e un folto sottobosco d’incarichi cui nessuno vuol rinunciare. Roba su cui nessun presidente di regione intende mollare presa.

E non è ancora tutto: qualora Zingaretti, in un improbabile impeto di devoluzione, dovesse concedere delle competenze, contestualmente dovrebbe assegnare alle province anche fondi, strutture, personale.

E c’è dell’altro: la vita (amministrativa) delle sub province e quindi dei sub presidenti e dei sub consiglieri potrebbe essere breve. Brevissima. Nell’Upi (Unione delle province italiane) si va facendo strada ogni giorno di più un sospetto: in sede di modifica del titolo V della Costituzione, le province potrebbero essere definitivamente abolite. C’è chi sussurra che il premier Matteo Renzi ne avrebbe già parlato in privato con il presidente della Conferenza delle regioni Sergio Chiamparino, ottenendo un assenso di massima o, comunque, l’assicurazione che non ci saranno barricate. E forse è proprio quest’ultima la soluzione più logica.





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