ANNO 14 n° 115
Arresto Gianlorenzo - Le accuse che hanno fatto finire in cella il giornalista
24/11/2013 - 00:00

VITERBO – In più occasioni, le prime delle quali risalgono ad alcuni mesi fa, Paolo Gianlorenzo avrebbe ''affrontato'' Tiziana Pittori, moglie dell'ex consigliere regionale Francesco Battistoni, davanti alla scuola in cui tutte le mattine accompagna i figli. E ogni volta le avrebbe rivolto frasi minacciose. In altre, invece, le si sarebbe posto davanti, come a sbarrarle la strada per impedirle il passaggio. In precedenza, la donna, pur allarmata, aveva lasciato cadere la cosa. Ma circa tre mesi fa, quando, un sabato mattina, si è ritrovata davanti Gianlorenzo che le sussurato le solite frasi minacciose: ''Vedrete cosa vi combino'', ''Non sperate di passarla liscia'' e via dicendo, ha deciso che la misura era colma. E, il lunedì mattina successivo, dopo averne parlato con il marito, si è recata presso la procura della Repubblica per presentare una denuncia.

Proprio in quei giorni, il Pm Massimiliano Siddi aveva rimesso le mani nel voluminoso fascicolo in cui Gianlorenzo è indagato per vari reati, è stava stilando la rischiesta di un'ordinanza cautelare in carcere per altri due episodi: le calunnie rivolte agli agenti della Polizia Stradale che avevano condotto le indagini su di lui, e la tentata estorsione nei confronti dell'ex assessore provinciale Paolo Bianchini. Quest'ultimo episodio risale a circa un anno fa, più recente la calunnia. Così anche le minacce e la violenza privata ai danni della signora Pittori-Battistoni è finità nella richiesta d'arresto inviata al Gip Francesco Rigato. Il quale, dopo aver analizzato gli atti, ha firmato il provvedimento eseguito ieri mattina, intorno alle 8,30, dagli uomini della Polstrada distaccati presso la polizia giudiziaira.

La tentata estorsione nei confronti dell'ex assessore Bianchini, come detto, risale a circa un anno fa, quando l'esponente di Fratelli d'Italia fu avvicinato dall'avvocato Samuele De Santis, che all'epoca difendeva anche Gianlorenzo nell'ingorgo di procedimenti penali in cui è coinvolto. “Sei nel mirino della procura'' avrebbe detto De Santis a Bianchini. ''Io posso aiutarti, ho molti agganci''. Inoltre, lo stesso legale avrebbe millantato di poter controllare la stampa locale, in particolare il giornale all'epoca diretto da Gianlorenzo. A dimostrazione del suo ''potere'' sui giornali, De Santis mostro all'assessore un sms del suo ''compare'' Gianlorenzo, che gli assicurava un'uscita soft su Bianchini.

Ma perché Bianchini avrebbe dovuto essere nel mirino della Procura? Perché qualche tempo prima, in qualità di assessore provinciale alle Politiche giovanili e del Lavoro aveva incontrato un gruppo di imprenditori per parlare di occupazione giovanile. Routine, insomma. Ma quell'episodio, sempre secondo l'accusa, averebbe dato il la a De Santis, e a Gianlorenzo, per convincere Biancini a farsi assistere dal legale. Ma l'assessore, pur autorizzando l'avvocato a chiedere il suo certificato dei carichi pendenti in procura, non abboccò. E il giorno dopo si recò dal pubblico ministero Massimiliano Siddi e denunciò le pressioni subite da De Santis.

Il metodo usato con Bianchini, secondo l'accusa, era stato già ''collaudato'', anche in quel caso con scarso successo, dal duo De Santis-Gianlorenzo, per convincere alcune delle 63 persone coinvolte nell'inchiesta ''Genio è sregolatezza'' sugli appalti pilotati, a farsi assistere dal legale. Anche in quel caso vantando entrature tra gli inquirenti e la possibilità di addomesticare l'informazione. Con scarsa fortuna, perché De Santis finì prima in carcere e poi ai domiciliari con l'accusa di estorsione e tentata estorsione, mentre Gianlorenzo finì per l'ennesima volta sul registro degli indagati per concorso nei medesimi reati.

Bianchini, raggiunto telefonicamente, non ha voluto commentare il fatto. ''Sono una persona informata sui fatti – ha risposto – e non voglio, né posso, rilasciare dichiarazioni''. Per l'avvocato Carlo Taormina, attuale difensore di Gianlorenzo, invece, si tratterebbe di ''un episodio risalente a circa un anno fa, senza alcuna attualità, tale da non giustificare un'ordinanza di custodia cautelare in carcere''.

Infine, la calunnia ai danni della Polstrada. Gianlorenzo, in data relativamente recente, avrebbe accusato i poliziotti che hanno condotto le indagini sui vari filoni d'inchiesta in cui è indagato di aver manipolato i documenti che lo riguardano. Accuse che non avrebbero trovato alcun riscontro. Da qui l'ennesima accusa a suo carico: calunnia, appunto.

Ma al di là di quanto risulta dall'ordinanza del gip Rigato, la posizione di Gianlorenzo si sarebbe appesantita anche su altri filoni dell'inchiesta. Tanto da far presagire ulteriori sviluppi.





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