ANNO 14 n° 116
Appalti truccati, si va verso l'Appello
Gli avvocati di Lanzi e Annesi pronti a ricorrere al tribunale romano
08/12/2018 - 02:12

VITERBO – Appalti truccati, si va verso l’Appello. A distanza di quasi sette mesi dalla lettura della sentenza, le difese di Roberto Lanzi e Gabriella Annesi hanno depositato i loro ricorsi alla Corte romana.

Condannati in primo grado rispettivamente a 3 anni e 9 mesi e 1 anno e 6 mesi, gli ex funzionari del Genio Civile finiti nella bufera per presunti appalti truccati a cavallo tra il 2009 e il 2011, sono pronti a dar battaglia. Ad appellarsi contro le decisioni del collegio viterbese, per il quale sarebbero stati loro, negli anni, a gestire in maniera del tutto illecita l’affidamento dei principali lavori pubblici provinciali. Attraverso un consorzio di imprese, il Cost, nato per partecipare alle gare d’appalto, ma che in realtà, secondo le tesi della Procura sarebbe servito solo a spartirsi le procedure.

''Chiederemo l’annullamento della sentenza'', tuonano i loro difensori. Una sentenza che, secondo i legali dei due ex funzionari, nonostante le oltre 170 pagine depositate dai giudici, non verrebbe affatto motivata. Ed è per questo che ci si rivolgerà alla corte d’Appello.

''Bisogna spezzare l’assioma che lega assieme l’idea di una sentenza prolissa con una sentenza motivata''. E quella pronunciata in aula lo scorso 30 aprile, non lo sarebbe, andando di fatto a ''ledere un diritto di garanzia per l’imputato''.

Ma non solo, secondo i difensori di Lanzi e Annesi la ''mastodontica indagine'' della Procura, da cui nacque poi la maxi operazione ''Genio e Sregolatezza'', sarebbe stata ''condotta in spregio di ogni più elementare principio di giusto processo e di giusto tempo del procedimento''.

Un caso per tutti, le intercettazioni. Che ad oggi rappresentano la prova cardine a carico degli ex funzionari e degli altri condannati, ma che per gli avvocati sarebbero state acquisite in violazione di ogni legge e oltre il termine delle indagini preliminari. Per questo da dichiarare inutilizzabili.

Spetterà ora alla corte d’Appello entrare nel merito.





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