ANNO 14 n° 111
Angeletti: ''Le indagini
sull'ingegner Tè non
dipendono
dall'opposizione''
14/04/2017 - 10:09

CIVITA CASTELLANA - Riceviamo e pubblichiamo da Carlo Angeletti, consigliere comunale movimento Nazionale per la Sovranità:

''Un bel tacer non fu mai scritto'', questo saggio adagio dovrebbe essere preso come stile di vita dal nostro sindaco pro tempore Angelelli, infatti negli ultimi giorni si è lasciato andare ad entusiastiche manifestazioni di tripudio sulla stampa locale per l’assoluzione, scaturita da un processo, cioè dopo che almeno un magistrato aveva ritenuto ci fossero gli estremi per il rinvio a giudizio, dell’ingegner Tè, il funzionario che aveva rilasciato i condoni nel complesso edilizio denominato ''ex Zanganella'', attuale sede della cittadella della salute civitonica, attribuendo ad una parte dell’opposizione chissà quali nefandezze, solo perché avevano esposto il caso alla procura e senza denunciare nessuno.

Le indagini, l’iscrizione nel registro degli indagati, il rinvio a giudizio ed infine, come ci ha riferito l’Angelelli, il processo sono atti e procedimenti promossi dalla procura, senza nessuna denuncia specifica da parte dell’opposizione.

E se può far piacere al sindaco, peraltro, non ci dispiaciamo affatto di questa assoluzione e rispettiamo come sempre i verdetti della magistratura.

Però, a questo punto è doveroso citare un’altra vicenda, che fa capo ad un documento che l’Angelelli all’inizio della sua prima legislatura (prot. 17143 del 03.08.2009), ha trasmesso alla procura della Repubblica di Viterbo e alla stazione della Guardia di finanza di Civita Castellana.

Da questo esposto è nata un'indagine, peraltro molto sponsorizzata e strumentalizzata dalla sua parte politica e da certa stampa locale, che ha coinvolto tutta la giunta Giampieri e diversi funzionari del comune, in tutto 13 persone, che alla fine si sono visti riconoscere la loro estraneità da ogni addebito di rilevanza penale il 21.09.2016, con l’archiviazione del procedimento, non essendoci nemmeno le condizioni del rinvio a giudizio.

Dopo 7 anni di falsità, di menzogne, di illazioni, di accuse ingiuste, gli accusatori nostrani lasciano in eredità le parcelle da pagare dei difensori di tutti gli indagati, naturalmente a spese di tutti noi cittadini.

A tutte queste persone, rimaste loro malgrado invischiate nel cieco odio politico, sollecitato da quella parte politica, che fino all’archiviazione aveva speculato sulla vicenda, va restituita l’onorabilità che meritano, perché quanto mosso nei loro confronti era tutto falso, inventato, fasullo, alla faccia di chi per anni ha alimentato sospetti, interessi indebiti e abusi.

Vale la pena chiedersi come verranno censurate queste responsabilità. 

Rimane il fatto certo che, in seguito all’archiviazione di tutti coloro che sono stati coinvolti, saranno i cittadini a dover pagare le parcelle dei loro avvocati: una spesa evitabile, questa certamente si, dovuta al rancore ed alla smania di protagonismo politico.

Quando tutto finalmente si era definitivamente chiarito ci attendavamo anzitutto delle doverose rettifiche da chi aveva scritto il documento trasmesso alla procura e alla guardia di finanza e le opportune scuse a tutti i componenti la giunta e ai funzionari che erano stati oggetto del procedimento archiviato.

Vana illusione, anzi il ''nostro'' ha perso di nuovo l’occasione di starsene zitto e chiotto, perché come dice il saggio ''Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere''.

Carlo Angeletti
Consigliere comunale movimento Nazionale per la Sovranità






Facebook Twitter Rss