ANNO 14 n° 112
Andrea Corinti, un leone tra i leoni. ''Sono cresciuto con questi valori''
L'unico viterbese a vestire la maglia della sua cittą si racconta
23/12/2019 - 06:39

di Francesca Cuccuini

VITERBO - ''Dal primo giorno ho provato tante emozioni. Quando mi chiamò il mio procuratore fu da lacrime agli occhi'', Andrea Corinti prova a tradurre in parole il momento in cui ha saputo che avrebbe vestito la maglia della Viterbese. In pochi sono riusciti a giocare nella squadra della propria città e lui, in una serata di luglio, ha ricevuto la telefonata che gli ha cambiato la vita. Nel giro di due giorni era in campo, a Chianciano, a prepararsi con gli altri leoni per il campionato.  ''Qui ho ritrovato qualche ragazzo che avevo già conosciuto come Roberto Pini - continua - . Ma ho avuto modo di legare con tutti perché il gruppo è fantastico. E poi io sono cresciuto con questi valori''.

Prima di tornare nella Città dei Papi, il ventenne, ha fatto le sue esperienze calcistiche in giro per l’Italia: ''L'esperienza che mi ha formato di più è stata quella con l’Arzachena perché lontana da casa e in prima squadra. Mi hanno dato questa bella opportunità quando ero svincolato e per me è stato un onore. Ho giocato poco ma ho avuto modo di crescere con brave persone e in un bellissimo ambiente. Non era facile tornare a casa: all'inizio è stata dura ma il gruppo mi ha aiutato molto. Poi sono andato a Rieti e ho incontrato uno staff preparatissimo con Capuano: grande allenatore. E' un uomo meticoloso che ti insegna tanto e vedevo miglioramenti dopo ogni allenamento. Anche con Calabro è un’esperienza importante, ma essendo stato infortunato per parecchio ho avuto meno possibilità''.

Ma c’è sempre un allenatore che rimane nel cuore, specie per le caratteristiche umane, o perché semplicemente incontrato al momento giusto: ''Ho un ricordo particolare di mister Cornacchini. Mi ha portato nel giro della prima squadra e mi ha protetto: avevo solo 17 anni e non era semplice convivere con giocatori navigati’’. Ma per crescere c’è bisogno anche degli esperti. Per scegliere un esempio da seguire: ‘’Guardo molto, per il ruolo, Andrea De Falco: lui ha fatto categorie importanti e ha tantissime presenze. Cerco di rubargli i movimenti o le giocate. Ma soprattutto il comportamento perché è un professionista esemplare. E’ un modello da seguire''.

Quest’estate, al suo esordio, Marco Arturo Romano ha parlato di un progetto giovane che inizialmente ha lasciato qualche perplessità. Ma ora è tempo di bilanci con Corinti: ''La squadra è un mix giusto di giovani ed esperti. I grandi guidano e danno consigli, in campo e fuori, perchè sono prima uomini poi calciatori. Il gruppo è fantastico e quando i più esperti si fanno sentire vengono ascoltati. Dopotutto sarebbe sciocco non ascoltare gente come Andrea, Francesco, Atanasov e gli altri. Comunque dando ancora spazio ai giovani che lo meritano possiamo arrivare in buone posizioni''.

Una rosa che sta accompagnando l’esplosione di giovani talenti: ''Ho visto benissimo Errico che è un giovane di talento come Volpe. Ma anche Sibilia e Simonelli si stanno facendo notare. Io spero di ritagliarmi uno spazio: lavoro tutto il giorno, ma so che davanti ho gente più grande. Spero di avere un'occasione.’’ Questi ragazzi hanno dimostrato anche di saper uscire dalle difficoltà come successo domenica scorsa: ‘’Abbiamo avuto una reazione da grande squadra dopo tante sconfitte. Il lavoro della settimana non rispecchiava i risultati della domenica ed eravamo arrabbiati. A Terni, per esempio, siamo stati a pari livello di chi lotta per vincere il campionato. Il risultato con la Virtus Francavilla è stato una gioia immensa''.

Da questa settimana la Viterbese torna ad allenarsi nella sua città. Accanto ai suoi tifosi. Il sintetico del Pilastro può essere anche un modo di avvicinarsi ai tifosi richiamandone un maggior numero sugli spalti del Rocchi: ''E’ davvero importante allenarsi al Vincenzo Rossi. Sarà un punto di riferimento. Qua ci sentiamo a casa, siamo accanto Rocchi, e la Viterbese è giusto che stia a Viterbo. Molti tifosi li conosco e so che qualcuno vorrebbe essere più presente sugli spalti. Certo, uno stadio pieno, fa un effetto diverso ma noi dobbiamo vincere per chi viene a sostenerci. Per chi è presente''. L’obiettivo finale? ''Spero i play off. L’obiettivo iniziale era la salvezza. Ma so che possiamo fare anche di più''.







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