ANNO 14 n° 116
Ambiente, ''Fuorilegge i fitofarmaci sui Cimini''
Regione vieta uso per 2 anni nelle aree in cui č stato immesso il torimus
18/06/2013 - 04:00

VITERBO - ''Nei castagneti, ad ogni titolo detenuti, ove è stato rilasciato il torymus sinensis nel corso del 2012, fino al 31 maggio 2014, per un raggio di almeno un chilometro dal primo rilascio, è fatto divieto di trattamento con presidi fitosanitari. E’ altresì vietato il taglio di intere piante di castagno o di loro parti sane e lo spostamento di materiale vegetale infestato dal cinipide''. E’ quanto stabilisce la Regione Lazio con il provvedimento datato  27 luglio 2012, in attuazione della decisione della Commissione Europea 2006/464/CE, contenente ''Misure d’emergenza provvisorie per impedire la diffusione del cinipide del castagno nel territorio della Repubblica italiana''.

Quindi, non ci sono alibi per nessuno: l’uso dei qualsivoglia fitofarmaco, di qualunque categoria e per qualsiasi scopo nell’intero comprensorio dei Cimini è fuorilegge. E va punito.  ''Il mancato rispetto delle disposizioni – precisa il provvedimento regionale – comporta l’applicazione delle sanzioni amministrative del pagamento di una somma da 500 a 3mila euro''. Resta da capire come sia stato possibile che, in pochi casi fino al 2011, in modo massiccio e sistematico dall’anno scorso, i venefici fitofarmaci siano corsi a fiumi nella larga maggioranza dei castagneti senza che sia stata elevata una, una sola, sanzione amministrativa.

C’è inoltre da tener conto che gli ultimi costosissimi lanci di torymus sinensis, il più efficace antagonista naturale del cinipide, sono stati eseguiti lo scorso aprile, di conseguenza il divieto deve intendersi prorogato nei due anni successivi, cioè fino all’aprile 2015. Per saperlo è bastata una telefonata al Servizio Fitosanitario. 

Se si sommasse il raggio di un chilometro dal luogo in cui sono stati eseguiti i lanci di torymus alle aree in cui il divieto è stato, o dovrebbe essere stato imposto dai comuni  - 50 metri dalle sorgenti e 50 dal centro abitato o dalle case sparse (metri che a Canepina sono stati portati a 150) - ci si accorgerebbe che gli interi territori dei comuni interessati, a parte Viterbo, sono completamente ''coperti''  dal provvedimento che mette fuorilegge i fitofarmaci.

Ma perché è stato imposto il divieto? La risposta è non lascia spazio a interpretazioni: ''I trattamenti con presidi fitosanitari – spiega il medesimo provvedimento - possono comportare la distruzione di elementi utili all’ecosistema, quali il torymus sinensis e altri parassitoidi o in generale di organismi ausiliari, attenuando o annullando l’effetto del l’introduzione degli antagonisti del cinipide e determinando in ogni caso una semplificazione dell’ecosistema''.

Sono addirittura da brividi gli effetti che il fitofarmaco più in voga in molti comuni dei Cimini può causare sull’uomo e riportati su ogni singola confezione:  ''La sostanza – si legge alla voce 'Sintomi'- blocca la trasmissione nervosa iperstimolando pre-postinapticamente le terminazioni neuronali. Particolare sensibilità da parte di pazienti allergici ed asmatici, nonché dei bambini''. Alla voce ''Sintomi a carico del sistema nervoso centrale'': ''Tremori, convulsioni, atassia; irritazione delle vie aeree: rinorrea, tosse, broncospasmo e dispnea''. Non sono da meno le ''Reazioni allergiche scatenanti'': ''Anafilassi, ipertermia, sudorazione, edemi cutanei, collasso vascolare periferico''. Ma le vere chicche stanno nell’indicazione a chi rivolgersi in caso di inalazione o ingestione e per la terapia: ''Centro antiveleni'' e ''Rianimazione''.

Per chi ancora nutrisse dubbi sugli effetti micidiali del prodotto, è illuminante quest’altra prescrizione: ''Non rientrare nelle zone trattate prima di 24 ore; per lavorazioni agricole tra le 24 e le 48 ore dal trattamento indossare indumenti protettivi atti ad evitare il contatto con la pelle; impedire l’accesso degli animali domestici alle aree trattate''.

Insomma, l’uso dei fitofarmaci, per di più in un ambiente di altissimo pregio quel è quello dei Cimini, potrebbe causare un vero e proprio disastro. Intanto, le autorità preposte ai controlli continuano a cogliere le margherite, a misurare il diametro dei funghi raccolti, a scorrazzare a bordo di costosissimi fuoristrada da 7-8 chilometri al litro.





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