ANNO 14 n° 110
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Alla festa dei ''compagni''
o a cena con i facchini?
20/08/2014 - 00:00

VITERBO - Il luogo, innanzitutto: piazza del Gesù, ampia e ariosa, con il sole che la illumina fino a tardi, come una piazza umbra e toscana, solo senza inglesi tra le scatole. Sembrava una buona idea, insieme a quel logo pensato dallo stesso segretario provinciale del Pd Andrea Egidi, che dice ''40.8, non è febbre''. Due riferimenti al bingo renziano alle ultime elezioni europee, e se il 40.8 è la percentuale ottenuta dal partito, be’, fare la festa dell’Unità in piazza del Gesù è un chiaro omaggio alla renziana Simona Bonafé, la più votata di quel trionfo, e ospite proprio in questa piazza per il comizio di chiusura della campagna elettorale nella Tuscia.

Perciò qui, a bordo fontana, dal 27 agosto al 2 settembre, si svolgerà la festa. Il problema è che il centro storico è maledettamente piccolo – non credete a quella faccenda del quartiere medievale più grande d’Europa: sono tutte balle propagandistiche – e gli eventi si affastellano, e insomma si rischia il papocchio. Perché proprio nei primi giorni della festa dell’Unità, ecco che a due passi, a piazza San Lorenzo, si terranno le cene dei facchini (dal 26 al 29 agosto). E in una città in perenne stato di malizia, questa coincidenza rischia di diventare polemica. Tra riferimenti a don Camillo e Peppone, sospetti di concorrenza sleale (“Meglio le salsicce dei facchini o la porchetta dei compagni?”) e imbarazzo della scelta, oltre che di digestione.

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