ANNO 14 n° 117
Alitalia, tre donne vignanellesi 'bloccate' a Parigi con il biglietto ma senza voli
La paradossale avventura di una famiglia del viterbese, vittima della cessazione della compagnia e dello sciopero
12/10/2021 - 14:46

PARIGI – Una madre parte insieme alle figlie per andare a Parigi a trovare l’altra figlia che vive la da 8 anni, ma ora non riescono più a tornare a casa con il loro biglietto aereo. E’ quello che è successo ad una famiglia di Vignanello proprio in questi giorni, partita giovedì 7 ottobre da Fiumicino per Parigi, sarebbe dovuta ritornare in Italia ieri sera, ma il volo viene cancellato domenica e la compagnia in un primo momento lo riassegna per martedì, ieri però l’ennesima cancellazione senza nessun’altra specifica da parte di Alitalia, dopodichè il nulla.

L’impossibilità di comunicare con la compagnia, poiché il call center sembrerebbe aver definitivamente smesso di lavorare, potrebbe non permettere più alla famiglia di usufruire dei biglietti aerei in loro possesso con il rischio di rimanere “paradossalmente bloccate”, non riuscendo più a partire se non comprando un altro biglietto di una diversa compagnia aerea o del treno. 

Questo disagio sta coinvolgendo centinaia di viaggiatori, che devono far fronte anche a spese non previste (albergo, pasti), abbandonati completamente a se stessi, dalla compagnia che è alla deriva. Nel frattempo Ita tratta con Alitalia per l’acquisto di aeroplani di linea, mentre i dipendenti scioperano giustamente ma invano, per preservare il loro posto nella nuova “azienda”, che prevede di partire venerdì 15 ottobre con 2.800 persone assunte, contro le 10.200 di Alitalia (più della metà in cassa integrazione). A causa di questa storica cessazione (prevista giovedì 14 ottobre), i disagi non si contano più e lo sciopero dei dipendenti ha sospeso 153 voli in pochi giorni, lasciando a piedi migliaia di passeggeri.

Restano comunque centinaia di persone di Alitalia che — pur non chiamati da Ita— continuano a garantire regolarmente il servizio. Le tre donne, come molti altri, aspettano invano un collocamento, attendendo una risposta alle loro mail inviate ad Alitalia, anche se ormai il quadro è ben delineato e probabilmente quei biglietti di ritorno serviranno solo per raccontare questa amara vicenda.

Chi rimborserà i biglietti, i giorni di lavoro persi, il parcheggio dell’auto a Fiumicino e le spese non previste delle tre donne e di tutti gli sfortunati viaggiatori? Sembra una storia già scritta, una storia che si trascina economicamente da anni e sta per concludersi nel peggiore dei modi, dipendenti senza lavoro e clienti abbandonati… ci hanno rimesso tutti, o quasi. 

Rimane una piccola speranza di risoluzione del problema da parte della compagnia italiana, anche se a questo punto sembra molto remota. 






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